Auto. Mercato meno peggio del previsto, se dura.
Il mercato auto a maggio ha segnato 163.700 unità, un’altra flessione (-13,8%) rispetto al maggio 2009.
Certo è difficile competere con un anno in cui gli incentivi abbattevano fortemente il prezzo, ma nel complesso sta andando meno peggio di quanto le stime indicavano. Si paventava una caduta intorno al 25% e invece sia maggio che aprile si sono attestati intorno al -15%. Non va bene, ma l’anno non chiuderà così basso come si prevedeva.
Le vendite cumulate da gennaio a maggio ancora segnano un incremento di circa 8 punti rispetto al medesimo periodo del 2009. Grazie alla spinta dei primi tre mesi, d’accordo, che hanno immatricolato auto acquistate con il beneficio degli incentivi. Ma sono pur sempre vendite, che non si possono cancellare. Siamo ormai a 1 milione di targhe con 7 (no, dico, sette) mesi “to go”. A fine anno, è probabile che il mercato avrà superato (e non di poco) il milione e 900mila immatricolazioni. Ormai non è più una previsione, è statistica.
Quel che invece è interessante è capire perché i consumatori continuino a comprare macchine, a dispetto di quanto indicato dalle previsioni.
Primo. 15 mesi di incentivi hanno svegliato la voglia di cambiare l’auto. Che ha una componente emulativa non trascurabile. Se amici e parenti l’hanno fatto, incentivi o no, sono tentato di farlo anch’io.
Secondo. Le Case hanno ammorbidito – e molto – il “gradino” dal periodo con incentivi al dopo incentivi, offrendo tutto il possibile, terrorizzate che le fabbriche restassero senza ordini (visto che la Germania si è piantata, come previsto).
Terzo. Dopo la grande paura per la crisi (annunciata come la fine del mondo), molti hanno capito che erano ancora vivi, con il loro lavoro e il loro stipendio, e che si cominciava addirittura a parlare di ripresa. Ergo, perché non contribuire alla ripresa con una bella macchina nuova?
Quarto. Non è neanche esatto dire che la ripresa ha riscaldato la domanda. Perché, del resto, non è che durante la crisi non l’abbiano comprate, le macchine. Solo le pagavano meno. O meglio, per l’esattezza le pagavamo tutti per farle pagare meno, visto che i contribuenti hanno contribuito agli incentivi fino a dicembre 2009 con 1,2 miliardi di euro, che poi hanno superato il miliardo e mezzo a marzo 2010. Ma siamo contribuenti, appunto, e dunque è giusto che contribuiamo. Fa parte della solidarietà sociale. Italiani brava gente, insomma.
Quinto. Stanno ritornando i km0. Alle Case servono, ma adesso anche il mercato ne ha bisogno. Lo stock usato è basso, dopo 15 mesi di minori permute e maggiori rottamazioni, e quello che c’è è di bassa qualità. I clienti che vogliono spendere meno cosa devono fare?
Sesto. Che si chiamino incentivi, oppure contributi delle Case, oppure km0, si tratta sempre della stessa cosa: il mercato auto c’è, ma è sceso di un gradino sul prezzo. È la voglia di low cost. che avanza da dieci anni, avendo già prodotto i saldi e poi gli outlet e i mercatini. Che non significa merce da discount, ma stessa qualità a un prezzo più basso. Il deal.
Ma non è detto che il mercato proceda così. Nelle ultime settimane è ricambiato di nuovo il clima, dalla paura della Grecia alla manovra del Governo. E oltre al clima, togliere 25 miliardi di euro dalle tasche degli italiani è una bella doccia fredda, che potrà avere effetti sulla domanda interna (molto dipende se le minori spese saranno concentrate nel tempo o distribuite nei mesi – in tal caso l’impatto si affievolisce). Ma nel frattempo gli Stati Uniti stanno ripartendo e l’euro debole aiuterà le nostre esportazioni. Insomma, c’è grande fluidità.