
Auto record: il mercato italiano vale 36,5 miliardi di euro
Il 2016 è stato il terzo anno migliore di sempre per il mercato auto. Non per numero di immatricolazioni, ancora ben al di sotto dei fatidici 2 milioni e della media del decennio scorso di 2,3 milioni all’anno, ma per il giro d’affari: 36,5 miliardi di euro, secondo le prime stime del Centro Studi Fleet&Mobility. Solo il 2007 e il 2008 hanno fatto meglio, ma con 2,5 e 2,2 milioni di targhe, rispettivamente. La crescita complessiva del mercato, in valore, è stata del 18% sui 12 mesi, oltre due punti in più della crescita in volume.
La ragione di questa nuova fisionomia dei consumi di auto (meno volumi ma più soldi) sta principalmente nelle scelte d’acquisto degli Italiani: più vetture medie e grandi e meno vetture piccole e utilitarie e, tra le utilitarie, auto più trendy e versioni più accessoriate di serie. Con appena 1.825.000 immatricolazioni, questo risultato è stato raggiunto grazie a un prezzo medio, al netto degli sconti ma senza gli optional, che arriva quasi a 20.000 euro. Questo cambiamento è cominciato già due anni fa e pare destinato a durare. È un bene, perchè comprare prodotti migliori è un segno di apprezzamento dell’automobile e di riscoperta del piacere di guidare e andare in macchina.
L’altra ragione è stata il super-ammortamento, che ha spinto le società, che si orientano in media su modelli medio-grandi, a cambiare la macchina. Questa ragione è congiunturale e probabilmente sarà scontata nel prossimo anno.
Questo miglioramento di valore dei ricavi si sposa poi con una struttura dei costi delle concessionarie decisamente migliorata, grazie alla cura da cavallo a cui la crisi ha sottoposto il sistema distributivo italiano. Analisi accurate parlano di una contrazione delle concessionarie e dei saloni di vendita nell’ordine del 28% e del 19%, rispettivamente, tanto che già un anno fa Federauto denunciava la perdita di oltre 20.000 addetti nel settore. Passando all’analisi dei dati, emerge che la crescita viene per oltre il 70% (4 miliardi) dai due segmenti centrali, le vetture medie e medie superiori, entrambi cresciuti del 26% rispetto all’anno precedente, con un prezzo medio di 21.600 e 32.600 euro, rispettivamente. I segmenti C e D sono aumentati di 162.000 unità, mentre società e noleggio insieme hanno immatricolato 126.000 unità in più. Inoltre, non tutti gli acquisti dei noleggiatori e delle imprese vanno in quei segmenti, ma solo una parte (per quanto maggiore di quella dei privati). Infine, se per le società si è trattato solo di un’anticipazione per approfittare del vantaggio fiscale, il NLT è nè più nè meno che un canale di acquisizione: se il cliente di un’auto medio-grande è passato dall’aquisto al noleggio, in un mercato a somma zero il suo acquisto sarebbe venuto a mancare negli altri canali, mentre così non è stato. Insomma, l’orientamento verso auto più grandi e di maggior valore (SUV e Crossover) è reale e interessa tutte le fasce di clientela.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, il 3 Gennaio 2017, a firma di Pier Luigi del Viscovo.