
Auto, un mercato ”normale” da 1,7 milioni di vetture all’anno in Italia
Benvenuta previsione. 1.535mila auto immatricolate quest’anno. 1.640mila l’anno prossimo. 1.720mila nel 2017. 1.790mila nel 2018. Sono le stime del Centro Studi Unrae, per molti il più autorevole e certamente il più ‘autorizzato’ del sistema automobilistico nazionale, che finalmente ha divulgato numeri che guardano al futuro oltre che al passato. È un’ottima notizia che aiuta tutti gli operatori, in primis quelli che sulla base della dimensione del mercato devono prendere decisioni di investimento, con ricadute occupazionali sulle strutture distributive.
Entrando nel merito dei numeri, la previsione appare quanto mai realistica, fissando intorno a 1,7 milioni di nuove auto la domanda annuale ‘normale’, ossia quella espressa dal Paese quando non in recessione. Infatti, il modello econometrico sviluppato da Unrae lega proprio insieme gli elementi di settore a quelli economici generali, quali ad esempio disponibilità e fiducia di famiglie e imprese e sistema del credito. E’ fondamentale – ha detto Massimo Nordio, Presidente dell’Associazione delle Case automobilistiche estere – che lo Stato programmi per la prossima Legge di Stabilità interventi a sostegno delle famiglie per stimolare il rinnovo del parco anziano e sfrutti l’opportunità delle auto aziendali per aiutare fiscalmente il comparto ad alleggerire i propri costi di gestione e guadagnare competitività”.
Inoltre, lo studio porta con sé un’altra notizia interessante. Il fabbisogno degli Italiani di nuove auto – pur a crisi archiviata e in modesta espansione – è ormai definitivamente distante da quello espresso nel decennio scorso, che stava sui 2,3 milioni/anno. È l’ammissione che il parco circolante ha raggiunto la sua dimensione ottimale e dunque le immatricolazioni aggiuntive non esistono più. Si trattava di oltre 400mila auto nuove all’anno, come evidenziato un anno fa da un’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility. In mancanza di crescita del parco, ogni immatricolazioni sostituisce una rottamazione/radiazione. Con questi ritmi (one-IN/one-OFF) l’età media delle macchine in circolazione non diminuisce. Con le parole dell’Unrae, “questo ritmo di crescita non consentirà al parco circolante un ringiovanimento sufficiente e con 9,5 anni di età media resterà tra i più vecchi in Europa“. Però su questo punto occorre muoversi con cautela. Quando si immatricolavano 2,3 milioni di auto l’età media del parco ne risentiva, ringiovaniva. Ma non così tanto la vita media delle auto, ossia il momento in cui venivano radiate. Infatti le sostituzioni erano 1.886.000 all’anno, l’11% in più del milione e 700mila previste da Unrae nei prossimi anni. Ma in dieci anni il prodotto stesso è cambiato, meno soggetto all’usura, anche grazie al minore utilizzo (meno km).
In conclusione, il combinato di queste due evidenze (domanda legata al ciclo economico del Paese e alla struttura del parco circolante) consente di far luce su un’altra questione che troppo spesso abbiamo ascoltato e letto in questi anni. Che l’automobile è ormai in crisi come prodotto. Che i giovani non sono più attratti dalle macchine. Che ormai pensiamo solo agli smartphone e ai tablet. Che saltiamo di continuo da un volo low cost all’altro. Beh, lo studio dell’Unrae offre una buona occasione per ripensare queste affermazioni.