Basta auto aziendale? I costi salgono e i dipendenti ci pensano

 In Bollettino, Nuovo

La company car (CC) nasce come strumento di lavoro. Ma viene data in uso promiscuo, ossia il dipendente può beneficiarne anche nel tempo libero, per usi propri. In questa parte, o è una retribuzione in natura che viene opportunamente valorizzata in busta paga per le trattenute fiscali e previdenziali, oppure non lo è in quanto viene addebitata al dipendente attraverso una trattenuta. In entrambi i casi, il dipendente l’auto se la paga. È normale dunque che il suo rapporto con la CC stia cambiando. Ma quali fenomeni si registrano? Per rispondere a questa domanda l’Osservatorio di Arval (Corporate Vehicle Observatory – CVO) ha condotto un’indagine presso i fleet manager delle aziende, in collaborazione con il Centro Studi Fleet&Mobility, i cui risultati sono ancora in fase di elaborazione. Tuttavia IlSole24Ore è riuscito – in esclusiva – a ottenere due importanti anticipazioni.

La prima è che la CC, per i dipendenti che ce l’hanno, è un fattore di forte soddisfazione (o insoddisfazione), secondo tre aziende su quattro. Proprio per questo, la metà dei rispondenti dichiara che le CP oggi considerano le diverse esigenze che ciascun utilizzatore può avere a livello personale. Già, perché se l’auto la pago anch’io, allora voglio che sia funzionale anche ai miei bisogni privati: se ho una famiglia numerosa, ovvero se sono single o senza figli, ad esempio.

La seconda anticipazione riguarda la sicurezza. Quasi la totalità delle aziende ritiene importanti le dotazioni del veicolo e la sua corretta manutenzione. Ma la vera novità è che tre su quattro non si fermano alla macchina, poiché ritengono determinanti ai fini della sicurezza i comportamenti del driver e le procedure di utilizzo dell’auto, come non guidare la sera tardi o sotto l’effetto di alcol o droghe.

Entrambe le evidenze dell’indagine sono il sintomo di un fenomeno più generale: la centralità della persona rispetto alla struttura.

Per quanto la CC resti uno strumento dell’impresa, la sua dimensione individuale appare rilevante, sia nel senso di rispondere ai gusti e alle esigenze diverse dei singoli driver, sia per il peso che i singoli comportamenti hanno. È una conferma ulteriore di come l’impresa sia sollecitata a rivedere la sua organizzazione, che deve adattare le strutture e gli schemi a una popolazione di dipendenti che esprimono diversità crescenti.

Un effetto concreto di quanto ognuno si senta legittimato a scegliere per sé sta nel fatto che alcuni driver di aziende stanno decidendo di rinunciare alla CC, anche a causa di trattenute eccessive, rese tali dalla scarsissima deducibilità fiscale del costo per l’azienda. Quando si arriva a trattenute di 300/400 euro al mese per un’auto, molti cominciano a interrogarsi sulla sua convenienza.

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore il 11 settembre 2013 a firma di Pier Luigi del Viscovo

Recent Posts

Start typing and press Enter to search