Case auto, alleanze e società hi-tech: cosa dicono i numeri?

 In Bollettino, Nuovo

La tecnologia sta scuotendo l’industria automobilistica. Auto connesse, guida assistita (con tendenze autonome) e macchine a batteria. Se ne parla tanto (troppo, secondo alcuni) ma alle parole seguono i fatti e i fatti costano. Sono investimenti miliardari, che l’industria con i suoi margini fa fatica a sostenere. È imperativo unire le forze e ripartirsi il peso. Vediamo come e con chi.

Negli ultimi cinque anni i costruttori hanno stretto oltre 250 alleanze, di cui quasi cento focalizzate sullo sviluppo del business tradizionale, roba da tute blu: le aziende di tecnologia se ne tengono ben distanti. Poi ci sono le alleanze votate a far camminare le macchine con le pile: sono una su quattro e le società di tecnologia qui sono più interessate. Il 23% di queste partnership è con loro.

Infine, la grande prateria della mobilità e della connettività, dove ci sarebbero ad attendere grandi quantità di denaro pagato dagli automobilisti – per godere di servizi che oggi a fatica riusciamo a immaginare. Circa altre cento alleanze, 3/4 delle quali con aziende hi-tech.

Se uno mette soldi, poi vuole dire la sua. Se ne mette tanti, vorrà proprio dare le carte. La catena del valore formata dai costruttori e dai loro fornitori potrebbe dissolversi o almeno diluirsi. Però i clienti la vogliono connessa e anche autonoma (non elettrica, ma fa niente). Vero, ma cosa? Sempre un’auto. E chi è in grado di dargliela, bella e eccellente, nel confort come nelle prestazioni? Solo alcune aziende, che si contano sulle dita delle mani. Sono le case automobilistiche.

Newsletter La Capitale Automobile Cars 2019 a firma di Pier Luigi del Viscovo

 

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