DAL MERCATO DEI DATI UN BUSINESS DA 600 DOLLARI PER OGNI VEICOLO

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Rapporto McKinsey: lo scenario al 2030.

 

Il mercato dei dati generati dalle auto connesse, secondo McKinsey, nel 2030 genererà un potenziale di guadagno annuale per veicolo che potrebbe variare da 130 a 210 dollari per i veicoli con un livello di connettività base e da 400 a 610 dollari per quelli con sistemi di connettività più avanzata.

I dati generati dai dispositivi telematici e dai sensori dell’auto generano non solo ricavi, ma anche ottimizzazione di costi. I risparmi annuali sarebbero compresi tra 100 e 170 e 120 e 210 dollari per veicolo.

Stiamo parlando di una quantità di dati enorme come la geolocalizzazione dei veicoli, i dati di status dell’auto e del suo utilizzo, nonché quelli rilevati dalla sensoristica dell’auto che generano informazioni sull’ambiente esterno. Oggi un veicolo genera circa 25 gigabyte di dati per ogni ora di utilizzo, questo valore è destinato a crescere fino a 3.600 gigabyte nei prossimi 5 anni.

Già il dato grezzo vale. Basti pensare ai listini dei dati generati dai dispositivi telematici nativi delle auto che, già oggi, sono proposti da alcune case e che sono acquistabili da operatori business. Ma il core dei connected car data è costituito dalle innumerevoli funzioni frutto delle elaborazioni degli stessi. “I dati sono sempre più un’importante moneta di scambio ma rischiano di restare privi di valore se lasciati a ristagnare nei data lake di realtà che non dialogano fra loro, sostiene Nicola Veratelli Group Ceo di Octo. C’è la necessità di fare sistema e di lavorare, anche in ottica di coopetizione per rendere actionable i dati utili a mettere in atto azioni concrete”.

Ma chi trae vantaggio dai dati? In primo luogo, le case automobilistiche e la catena distributiva che ottengono informazioni utili per ottimizzare le attività di ricerca e sviluppo dei prodotti, per potenziare la relazione con i clienti e per l’efficienza nella vendita e nell’erogazione di diversi tipi di servizi, compresi quelli di manutenzione. Tanti altri sono interessati. Si pensi alle assicurazioni per il monitoraggio degli stili di guida e per le controversie con i clienti, alle municipalità in ottica smart city, agli operatori della mobilità aziendale per la gestione efficiente della flotta.

 

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, il 2 novembre 2021 a firma di Alessandro Palumbo

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