Dallo scandalo al gran polverone

 In Bollettino, Nuovo

Altro che sottili. Il polverone che tutti hanno contribuito a spargere a piene mani è di quelli pesanti davvero. Come una mandria di bufali, hanno cavalcato lo scandalo, attirati più dal sangue che dalla carne. Molti stolidamente, non rendendosi conto della posta in gioco né della portata delle parole. Molti, ma forse non tutti. Adesso le polveri sembrano pian piano posarsi. È una faccenda seria, molto seria, e di persone serie c’è bisogno per gestirla senza moltiplicare i danni. Primum non nocere, è il giuramento di Ippocrate.

Abbiamo letto di impatto difficile da stimare, di gigante che vacilla, di comparto strozzato nella sua ripresa. Come se fosse un evento atmosferico. Questa è una vicenda totalmente umana. Non ci sono Dei caduti dall’Olimpo, ma solo uomini che sbagliano. Alcuni l’hanno provocata. Altri ora possono e devono governarla. Ciò che accadrà sarà responsabilità dei primi come dei secondi.

Da quanto è emerso, i primi ce la stanno mettendo tutta. Hanno ammesso subito la colpa e la sua dimensione, con un’algida trasparenza che raramente si osserva. Hanno sostituito chi doveva esserlo. Hanno accantonato una cifra non simbolica – perché poi alla fine sempre lì si arriva, a soldi che passano di mano, pianeta o non pianeta! E poi, olio di gomito. Non si tratta di prevedere se il gigante cadrà o resterà in piedi. Il gigante farà l’unica cosa che sa fare: lavorare.

I secondi, le Istituzioni, devono mostrarsi all’altezza e lavorare pure loro, andando meno dietro ai ciarlatani. È una faccenda seria, e bisogna tenere gli occhi ben fissi sulla palla. Se gestita adeguatamente, la colpa avrà la sua pena, circoscritta e adeguata. Come tutte le pene, tenderà a rieducare e risarcire senza distruggere il condannato. In un mondo normale, il creditore non vuole la fine del debitore. Chiunque paventasse qualcosa di diverso, non di pena parlerebbe, ma di ira – o peggio, di vendetta. Se l’arbitro gestisce bene la partita, a perdere sarà uno solo, uscendone sconfitto, non finito. Diversamente, non vince nessuno.

Per fortuna, oltre ai secondi ci sono i terzi. I concorrenti stanno tenendo un profilo discreto, di grande fair play e di nessun compiacimento per l’avversario in difficoltà. Ma i più grandi sono i clienti, i consumatori. Nonostante il bombardamento mediatico, molti mostrano di aver compreso la dimensione del problema e – pur condannando la truffa – non pensano minimamente di buttare via con l’acqua sporca pure il bambino.

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore del 13 ottobre 2015, a firma di Pier Luigi del Viscovo

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