
DOV’ERAVAMO RIMASTI? AL 2019…
Vabbè ma c’era il Covid. Tra pochi giorni gireremo pagina, solo sul calendario sia chiaro, visto che di uscire da questo tunnel ancora non se ne parla, anzi se ne parla ma poi finisce lì. Comunque tireremo la linea, l’anno sarà finito e andrà archiviato con i suoi numeri. Quando li leggeremo, a gennaio e poi in futuro, ci sarà sempre la nota a piè pagina: c’era il Covid. Nessun confronto avrà valore davvero.
I privati hanno recuperato 7 punti di quota. Sì, ma perché gli altri canali hanno lasciato sul campo 400mila targhe. Le elettrificate hanno guadagnato 12 punti di quota. Sì, ma perché le altre sono calate di mezzo milione di pezzi. Insomma, ogni fenomeno dovrà essere pesato, analizzato. Ma il problema va oltre. Lo shock Corona è stato talmente devastante da trasformare abitudini e stili di vita e di consumo. Nessuno tornerà a fare i viaggi di lavoro nelle modalità e nell’intensità di prima. Nessuno resterà ancorato alla sua scrivania per 5 giorni alla settimana come prima. Il contratto di lavoro andrà rivisto, poiché i permessi retribuiti non avranno il senso di prima. Già, prima. Niente sarà più come prima. La frase coniata allo scoppio della pandemia e anche la più vuota, la più insignificante. Niente è mai come prima. Ma cos’è prima? Per definire il “dopo” serve il “prima”. Posto che il dopo sarà il 2021 o quando finalmente usciremo dalla continua emergenza, rispetto a cosa misureremo la nuova norma?
Ecco allora che il 2019, un anno che in questi mesi non abbiamo quasi considerato, facendo spallucce a quanti ce lo raccontavano, spiegandogli con tenerezza: cosa vuoi che ci importi del 2019, adesso che siamo nel mezzo di uno tsunami? Quell’anno torna improvvisamente utile, perché è il punto fermo a cui rapportare il new normal, quando ce l’avremo. Ricevendo come tanti l’Osservatorio del think tank AgitaLab, un libretto nato come strumento per addetti ai lavori, per avere tutto un anno di numeri e tabelle sempre a portata di mano, ci si accorge che è qualcosa di più. Che era “normale” finchè non è arrivato a marzo un 2020 che ha trasformato tutto per sempre. Che è diventato “speciale” perché è il luogo dove stanno i fatti com’erano prima. Che una fantasia poi ovviamente superata dalla realtà l’aveva addirittura intitolato Qualcosa è cambiato.
Articolo pubblicato su il Giornale, il 13 gennaio 2020, a firma di Pier Luigi del Viscovo