E adesso, quante auto si venderanno?
Dopo l’annuncio degli incentivi (testo unificato adottato dalle Commissioni Trasporti e Attività Produttive della Camera e previsto in Aula a giugno), quanti italiani decideranno di acquistare un’auto nuova senza aspettare appunto l’arrivo degli aiuti di Stato? Qualche concessionario teme addirittura che i cienti che hanno già comprato e aspettano solo la consegna vadano in salone per chiedere la cortesia di non immatricolare, per poter beneficiare degli incentivi.
Non c’è che dire, questa proposta di legge ha dato una bella mano al settore, che già non se la passava bene, per dirla con un eufemismo.
Le operazioni di taglio prezzo prima si fanno e poi si dicono. Lo sanno anche i giovani venditori di primo pelo. Una proposta per un eventuale incentivo nel 2013. È sconcertante!
Intanto, non è detto che l’iniziativa vedrà mai la luce, visto che prevede una copertura di 420 milioni: dove si troveranno questi soldi? Magari aumentando le tasse sull’auto, visto il trend recente.
Dunque, di cosa stiamo parlando? Forse di niente, dirà qualcuno, forse di un sostegno alle vendite se andasse in porto, dirà un altro. No. Affatto. Stiamo parlando di un annuncio passato al telegiornale, che milioni di italiani hanno sentito e hanno iniziato a raccontare a chi non l’aveva ascoltato. Un annuncio che ha un solo vero effetto immediato, qui e adesso: fermare chi aveva intenzione di acquistare un’auto piccola, quelle che rientrano nei 95 gr di CO2, che sono il 56% del mercato. Ovvio che non tutte le auto dei segmenti A e B rientrano nella soglia dei 95gr, ma non è questo il punto. Il consumatore medio non conosce questi aspetti tecnici. Per lei, per lui, arrivano gli incentivi. Forse. Comunque è meglio aspettare. Insomma, si rallenta ulteriormente la marcia degli acquirenti di auto nuove.
Ricordo che proprio la velocità è il vero e unico driver delle vendite, in un mercato di sostituzione dove ciascuno ha già un’auto e deve solo stabilire se cambiarla adesso oppure tra sei mesi. I 2 milioni di auto nuove si vendono lo stesso: resta da vedere se in 12 mesi o in 16 mesi, che è la velocità alla quale stiamo viaggiando adesso.
Certo nessuno – spronando la politica a fare qualcosa per sostenere le immatricolazioni – voleva nè poteva aspettarsi un’azione tanto improvvida da parte dei politici. Però qualcuno lo stava dicendo da tempo, di smetterla di affidarsi alla politica, che non ha più nulla da dare, avendo già prosciugato tutte le risorse del Paese. Questo annuncio è stato dettato dall’incompetenza, forse, oppure dall’interesse di cavalcare l’onda mediatica, senza curarsi dell’effetto concreto sulle vendite. Evidentemente non tutti hanno capito quello che a molti italiani è chiaro da tempo: sono sabbie mobili, è pericoloso! Più se ne sta alla larga e meglio è.
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