
È LA DOMANDA DI AUTO, NON LE MONTAGNE RUSSE
Non è un ottovolante, anche se lo sembra. Il mercato dell’auto, s’intende. Negli anni della ‘dieta Monti’ due tonfi del 20 e del 7%, poi un po’ di recupero sul fondo, adesso i primi 6 mesi registrano oltre il 15% di crescita. Roba da montagne russe! Ma non è proprio così. Gli italiani non sono degli adolescenti umorali, dopo tutto. Lo si capisce bene osservando i dati forniti dall’Osservatorio CarNext, che mette insieme gli acquisti di auto nuove e usate. Molto opportunamente, perché anche loro, i clienti dell’usato, sono italiani che comprano macchine.
Nei primi 6 mesi dell’anno, sommando le vendite di auto nuove (873.000) a quelle dell’usato vero (1.325.000 al netto delle minivolture – ossia le vendite tra commercianti), gli italiani che hanno comprato una vettura risultano essere 2.198.000, quasi il 9% in più dello stesso periodo dell’anno precedente. Lo champagne che qualcuno ha già tirato fuori dal frigo è in realtà un pur dignitoso spumante: comunque le bollicine fanno allegria.
Anche perché seguendo il medesimo approccio di sommare nuovo e usato insieme, l’Osservatorio CarNext fa notare come pure gli anni bui vadano ridimensionati. Nel 2011 gli italiani acquistarono l’11% in meno di auto nuove rispetto al 2010, ma la stessa quantità di vetture usate: la domanda complessiva calò meno del 5%. Il 2012, vero annus horribilis, registrò per il nuovo un crollo del 20%, ma con l’usato che fletteva dell’8% il calo complessivo fu inferiore al 13%. Nel 2013, nuovo a -7% ma usato in lieve ripresa: totale? -2%. Certo, si dirà, i concessionari hanno perso ancora di più vendite proprio sull’usato. Ma questo è un altro tema.
Guardare solo a una parte della torta, quella che interessa di più, può dare un quadro distorto che sopravvaluta alcune cause congiunturali, distraendo dai trend strutturali di medio-lungo periodo gli operatori che devono decidere se e quando investire.