FULL ELECTRIC. AUTOMOBILI DESTINATE A POCHI RICCHI

 In Bollettino, Nuovo

I manager dell’auto conoscono i clienti e hanno sempre saputo che portare tutti sulla propulsione solo elettrica fosse una chimera fuori dalla realtà, buona per gli ideologi ma non per chi poi deve firmare i contratti col cliente. Però da questo decennio sarebbero scattate le multe della Commissione e bisognava bilanciare il mix delle emissioni. Così alcuni anni fa l’industria automobilistica aveva disegnato una segmentazione per le auto alla spina: le full electric, BEV, riservate a un uso cittadino e le ibride plug-in, PHEV, come auto familiari. La motivazione era logica, dettata dal vero limite: la ricarica. Chi può affidarsi a una colonnina personale domestica può tranquillamente usare una BEV, a patto però di girare poco e rientrare all’ovile ogni sera.

Da un’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility, nel 2019 il listino delle BEV era assortito con il 73% dei modelli sotto i 50.000 euro e appena il 28% sopra tale soglia. Sì, in effetti 50.000 euro non sono esattamente il prezzo di una city-car, ma le batterie costano, si sa. All’opposto, il listino delle PHEV offriva il 77% dei modelli nella fascia sopra i 50.000 e il restante 23% sotto. Una segmentazione logica, se si considerano queste delle auto come le altre, solo più costose perché dotate di una tecnologia nuova, in fase di sviluppo e di diffusione di massa.

Però nel 2021, dopo appena due anni, si registrano dei cambiamenti significativi. L’offerta delle BEV è molto più bilanciata verso l’alto: il 58% dei modelli sotto i 50.000 euro (era il 73) e il 42% sopra la soglia. Anche le PHEV si sono mosse, verso il basso: il 60% sopra i 50.000 (era il 77) e il 40% sotto. Sicuramente ogni costruttore avrà fatto le sue valutazioni specifiche e dietro ogni modello ci saranno ragioni concrete di produzione e di mercato. Però la lettura generale dei dati suggerisce qualche interpretazione.

Per le PHEV, ci sta che la soluzione di camminare a batterie, ma liberi dalla spada di Damocle della ricarica, sia un’opportunità da cogliere anche nella fascia di mercato più economica, anzi meno cara. In particolare per le flotte, molte delle quali sono regolate da una car policy che dimostri di fare qualcosa di green, diventava quasi necessario offrire la spina anche ad assegnatari di company car non di fascia direzionale.

Per le BEV, più che cogliere un’opportunità si tratta di accettare una realtà. Non sono auto cittadine che costano care, ma poi fanno risparmiare sulla benzina, bensì oggetti di lusso tout-court. Evidentemente la scelta di un’auto full electric è un segno di civiltà ambientale che trascende la funzione d’uso di portare i bambini in piscina e fare la spesa. L’Economist le ha definite “toys for rich people”. Che è stata la geniale intuizione di Elon Musk.

 

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore il 27 agosto 2022 a firma di Pier Luigi del Viscovo

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