Gli “STATI GENERALI” convocati da Jacques Bousquet
Jacques Bousquet, Presidente e Direttore Generale di Renault Italia da gennaio 2009, è stato eletto a giugno Presidente dell’UNRAE per il biennio 2011-2013, succedendo a Loris Casadei.
In occasione della conferenza stampa di presentazione, abbiamo avuto l’opportunità di comprendere con chiarezza su quali assi si muoverà l’Associazione che rappresenta le Case estere operanti nel nostro Paese.
Congratulazioni, presidente. Qual è il suo mandato alla guida dell’UNRAE?
“La nostra priorità, per il prossimo biennio, è quella di riportare l’automobile in una posizione di centralità positiva nella vita del nostro Paese. Uno strumento indispensabile per avviare questo recupero è la creazione degli Stati Generali dell’Auto, con l’UNRAE protagonista assieme a tutte le altre Associazioni del settore in un colloquio costante e costruttivo con i Ministeri competenti (Economia, Trasporti, Sviluppo Economico, Ambiente) e con l’ACI.
Questo strumento deve trovare una spinta univoca per restituire all’automobile, nell’ottica di una nuova crescita economica dell’intero comparto dell’automotive, un ruolo-chiave come fonte essenziale, anche da un punto di vista sociale, per la creazione o la difesa dei posti di lavoro, per il contributo al PIL e all’Erario. Le misure a sostegno dell’auto prese all’inizio della crisi economica mondiale negli Stati Uniti dal Presidente Barack Obama ed in Germania dal Cancelliere Angela Merkel sono evidenti segnali dell’importanza che il settore riveste nella struttura economica mondiale. La nostra Associazione, che rappresenta il 70% del mercato automobilistico italiano e che possiede tutti i requisiti tecnici e la cultura necessari a contribuire al rilancio dell’auto, vuole e deve avere un ruolo propulsivo in questo quadro.
In altre parole, non volete parlare di macchine ma del sistema di mobilità nel suo complesso?
Esattamente. L’UNRAE auspica un piano nazionale sulla mobilità sostenibile. Ci tengo a sottolineare l’importanza di riportare l’automobile in posizione privilegiata in termini di attenzioni delle Istituzioni, mettendola al centro di una politica di mobilità del Paese. Occorre una accelerazione delle misure volte a dare vita ad una mobilità ecologicamente sostenibile. Esiste già alla Camera un testo unificato delle diverse proposte di Legge relative alla mobilità elettrica e ci auguriamo che entro fine anno riesca a diventare Legge, mettendo anche su questo fronte l’Italia a livello degli altri grandi Paesi europei.
In concreto, cosa vi aspettate dal Governo a fronte di questa iniziativa?
Il Governo dovrebbe sostenere l’acquisto di tutte le diverse soluzioni tecniche adottate dalle case, dall’elettrico, all’ibrido, al metano, al gpl, adottando però degli incentivi modulari, inversamente proporzionali alle emissioni di Co2. Questa soluzione darebbe impulso anche ad altre filiere economiche, dalle imprese che producono colonnine di ricarica delle vetture elettriche, a quelle che fanno i kit di Gpl o le infrastrutture delle stazioni di metano. E questo farebbe crescere anche l’occupazione.
Questo approccio più olistico e responsabile significa che smetterete di invocare interventi fiscali per l’automobile?
Assolutamente no! Una fiscalità più equa è indispensabile per aiutare la ripresa del mercato. Contribuire a riportare l’Italia a livello degli altri grandi mercati europei per quanto attiene la fiscalità, in particolar modo per quella aziendale, resta una nostra priorità. Capisco che possa sembrare un fatto marginale, ma noi riteniamo questa azione centrale, perché restituirebbe alla domanda di nuove auto almeno centomila immatricolazioni annue in più, ridando ossigeno anche alle Reti di vendita ed avvicinando il mercato alla soglia dei 2 milioni annui, dimensione necessaria per una stabilità dell’intera filiera dell’automotive nel nostro Paese.
Non è roba da poco. Come pensate di riuscire?
Per vincere questa partita è indispensabile il gioco di squadra tra i protagonisti della filiera, che spesso è mancato negli anni passati. Quindi, una delle prime cose che mi riprometto di fare è incontrare i costruttori nazionali dell’Anfia, insieme ai quali, e unitamente ai concessionari di Federauto, mettere a punto una strategia comune che lasci da parte gli interessi particolari. Sono certo che con l’Anfia non avremo alcuna difficoltà. Risollevare il mercato è interesse comune. Altrimenti affondiamo tutti.
Non c’è che dire, è un proposito ambizioso. Però nell’immediato il mercato è ai minimi e le reti ne stanno pagando il prezzo. Questo non rientra nelle priorità dell’UNRAE?
Ovvio che sì. Oltre alla mobilità sostenibile ed alla fiscalità, la nostra politica dovrà trovare soluzioni di supporto alla filiera commerciale, con una definizione ed una condivisione delle prospettive di mercato, favorendo anche l’adeguamento e la professionalizzazione delle Reti di distribuzione.
Articolo pubblicato su Car Fleet di ottobre 2011 a firma di Pier Luigi del Viscovo.