IL CANONE MENSILE NON È IL SOLO CRITERIO PER VALUTARE IL COSTO DELLA MOBILITÀ

 In Bollettino, Nuovo

Con le nuove forme elettrificate di propulsione la spesa che l’azienda sostiene per la mobilità dei suoi dipendenti si identifica ancor meno col canone mensile di noleggio. Come ci ha detto Cristian Catini di Mercedes Benz, “le aziende sono attente al TCO (total cost of ownership). Con il nostro motore plug-in diesel stiamo intercettando le loro preferenze, poiché riesce a coniugare la sostenibilità ambientale, ossia l’esigenza di apparire come un’azienda green, con la sostenibilità economica, visto che il diesel ha le minori emissioni di CO2 e la maggiore efficienza di consumo”.

Ma i costi non sono solo i consumi di carburante e di elettricità alla spina. Una componente fondamentale del TCO resta il valore residuo di questi nuovi propulsori, su cui c’è attesa e incertezza, come afferma Paolo Ghinolfi, amministratore delegato di SiFà: “Siamo tutti in attesa di politiche lungimiranti, chiare e durature nel tempo, che ci permettano di prendere le giuste decisioni sulla tipologia dei veicoli da acquistare, con i migliori valori residui rispetto al prezzo attuale di acquisto. E quando parliamo di TCO credo che, se quel senso di angoscia di non riuscire a ricaricare le batterie che accompagna chi guida un’auto elettrica, fosse valorizzato in euro, vincerebbero alla grande i veicoli endotermici benzina e diesel”.

Il TCO resta un indicatore valido in quanto è la sintesi di tutti i costi, specie quelli meno evidenti legati non tanto alle spese programmabili quanto all’uso che il driver fa della singola vettura, oggi controllabile attraverso la black box. Secondo Massimiliano Balbo, vicepresidente di Targa Telematics, “La telematica nelle flotte può arrivare ad abbattere il TCO fino al 10%, frutto di un mix di efficienze. Si può risparmiare il 15% sul consumo di carburante, il 10% sulle polizze assicurative, il 5% nell’assistenza post-vendita e il 30% nei costi amministrativi. In pratica, nel giro di 12/15 mesi si arriva al break-even dell’investimento iniziale della black box”.

Gli fa eco Valerio Gridelli, amministratore delegato di Viasat: “Le resistenze all’adozione della telematica, anzi gli alibi, perché solo così posso definirli, sono principalmente legate alla privacy, per aspetti che oggi sono tutti superati, oltre alla spesa iniziale, che è molto bassa e per la quale parlerei non di costo ma di investimento”.

 

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, il 20 aprile 2021 a firma di Pier Luigi del Viscovo

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