
IL DISTACCATO RAPPORTO TRA GIOVANI E AUTOMOBILI
L’amore tra i giovani e l’automobile sta davvero scomparendo? Sì, ma in parte. È un fatto che appena il 12% dei giovani sotto i 25 anni possegga un’auto, contro il 21% di dieci anni fa, però dietro le statistiche c’è la realtà. Intanto, un giovane che voglia acquistare un’auto ha scarsa convenienza a intestarsela. I costi dell’assicurazione sono proibitivi e il finanziamento è difficile, se non ha un lavoro ben solido: meglio allora ricorrere a mamma o papà. Infatti, la penetrazione del possesso nelle fasce 51/60 e 61/70 è passata rispettivamente dal 94 al 101% e dal 77 al 93%. In più, c’è il ricorso al noleggio a lungo termine, che intesta l’auto alla società.
Queste pratiche tuttavia spiegano solo una parte della statistica, che restituisce un oggettivo distacco dall’auto propria, dovuto a cause diverse. Per la mobilità urbana, c’è la concorrenza del car sharing e degli scooter, che risolvono il problema del traffico e del parcheggio. Sulle lunghe distanze, l’avvento di aerei e treni low cost ha reso meno essenziale l’auto: nessuno più va a Capo Nord con la 500, in quattro amici. Inoltre, viaggi che prima erano memorabili oggi sono ordinari ma, per quanto low cost, assorbono soldi. Così, invece di spendere tanto per possedere un’auto, meglio farsi qualche viaggio in più. Anche perché gli amici non sono più solo quelli della scuola e della villeggiatura, ma stanno in tutta Europa, grazie a Erasmus e altri programmi di scambio. Insomma, le diverse abitudini hanno indubbiamente contribuito ad allontanare i giovani dal possesso dell’auto. Ma non è solo questo.
L’automobile è sempre stata desiderata e acquistata anche per i suoi contenuti emotivi, legati alle prestazioni e alla guida veloce. Quell’adrenalina che fa della giovinezza l’età delle emozioni forti, della ricerca del limite e della verifica delle proprie capacità. I giovani di oggi non sono più freddi e vecchi di quelli di ieri. Fare le capriole su uno skateboard, fiondarsi con una bici a capofitto da una collina scoscesa o tuffarsi da altezze improbabili ci segnalano come l’umanità non sia cambiata, per fortuna. Solo, non fanno più corse in macchina. Un po’ perché più complicato dal traffico e da altre restrizioni, un po’ perché questa componente emotiva è stata estirpata dal prodotto. A partire dalla fine del secolo, le automobili hanno abbandonato la componente prestazionale. Tanta testa e poco cuore. Tra peso aumentato e consumi abbattuti, le macchine di oggi hanno poca coppia e nemmeno la propongono. Certo, si trovano ancora in provincia sacche di appassionati che addirittura curano e trasformano vecchie auto, ma non sono la moda. No, se l’industria dell’auto rivuole i giovani dovrà affascinarli con qualcosa di più piccante di un bluetooth.
Articolo pubblicato su IL Sole 24 Ore, il 20 giugno 2021 a firma di Pier Luigi del Viscovo