
Il noleggio a lungo termine è ancora in piena accelerazione
Auto aziendali. Il canale fleet conquista anche l’utenza privata e segna nei primi 5 mesi del 2018 un rialzo dell’11%. Audi, Alfa Romeo, Nissan e Bmw i brand per i quali le flotte pesano di più.
Nei primi 5 mesi il noleggio a lungo termine ha proseguito la sua marcia con un incremento dell’11% sul 2017, in un mercato complessivo stabile. Quando arriva il momento di cambiare la macchina, sempre più clienti scelgono il noleggio e si tratta in larga misura di privati, che possiamo definire individuals (che abbiano o meno una partita Iva è poco rilevante). Il fenomeno è iniziato pochi anni fa ma sta crescendo rapidamente. Fino al 2013, il NLT era utilizzato dalle flotte e si presentava ormai stabile dal 2008, con le immatricolazioni che andavano a sostituire le vetture vendute a fine contratto. Ma già l’anno successivo fu registrato un saldo positivo tra acquisti e vendite, pari a oltre un punto e mezzo di quota di mercato guadagnato. A cui negli anni successivi si sono aggiunti guadagni crescenti, fino a superare il 5% di quota aggiuntiva nel 2017: nel triennio 2015/17 200.000 nuovi automobilisti sono entrati nel sistema del NLT.
È il segno dei tempi che cambiano e vuol dire che come automobilisti siamo ben vivi. Tuttavia, per uno che festeggia c’è qualcuno meno contento. Federauto, l’associazione dei concessionari, ha indicato nella sua mission di voler “ricondurre in un alveo appropriato il NLT, che oggi si pone come un canale di vendita alternativo a quello ufficiale delle concessionarie, con condizioni di acquisto migliori delle nostre e senza l’impegno di onerosi standard contrattuali”. Nel 2017 su 100 auto immatricolate (escluse quelle destinate al rent-a-car) 14 erano oggetto di un contratto di NLT, contro le 6 del 2010. È vero che alcuni di questi contratti sono stipulati dalle stesse concessionarie, ma è un fatto che poi il rapporto economico (e dunque operativo) è tra il cliente e il noleggiatore. Anche la fase della vendita appare più articolata che nel recente passato, quando il concessionario era in pratica l’unico interlocutore del cliente, in tandem con il costruttore. Oggi chi sceglie il NLT si trova a dialogare, sullo stesso atto d’acquisto, anche con il noleggiatore e con il broker del noleggio.
Va precisato che non per tutti i brand il noleggio (sia breve che lungo) pesa allo stesso modo. Dall’analisi del mercato noleggio 2017 in valore, realizzata dal Centro Studi Fleet&Mobility e promossa da Europcar, emerge che Audi realizza il 39% delle sue vendite nel canale noleggio, seguita da Alfa Romeo (33%), Nissan (32) e BMW (31). La statistica, che si concentra sui top 15 brand, prosegue indicando una penetrazione calante dal 29% di Fiat al 20% di Jeep, passando per Citroen (28), Mercedes (27), Volkswagen (24), Ford, Peugeot e Land Rover (23) e Renault (20), seguiti da Opel (19) e Toyota (13).
L’analisi indica però soprattutto le quote del mercato noleggio in valore dei top 15 brand. Dopo Fiat, leader col 17,6%, troviamo Audi (8,9), Volkswagen (7,5), BMW (7,2) e Mercedes (6,7). Da segnalare il forte balzo di Alfa Romeo, dal 2,6 al 4,4, grazie alle vendite di Giulia (passata dallo 0,7 all’1,7% di quota in valore sul totale noleggio), che hanno portato il valore unitario medio del brand (al lordo degli sconti) a 38.325 euro, dietro Land Rover (59.110), BMW (43.255), Mercedes (42.690) e Audi (40.313). Nella classifica dei top 15 modelli, ordinati in base al valore unitario medio lordo, Giulia si posiziona al terzo posto con 41.137 euro, dietro l’Audi A4 (44.051) e la BMW serie 3 (43.908).
In ultimo, riportiamo che nel noleggio le vetture diesel in valore sono passate dall’83 all’81% di quota, ben più elevata che nel mercato totale, dove pesano per il 67%.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore il 3 luglio 2018, a firma di Pier Luigi del Viscovo