
Il noleggio inquina meno della metà delle altre macchine
Il noleggio inquina meno, molto meno del resto del parco circolante italiano, grazie al fatto che la sua flotta (sia breve che lungo termine) è composta per l’87% da vetture Euro6, con una minoranza residua che risponde alla normativa Euro5. Tutte auto di ultima generazione, che dispongono degli accorgimenti tecnologici per limitare al minimo l’impatto degli scarichi nell’aria, dal filtro anti-particolato al common rail. È quanto riporta un’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility per Aniasa, l’associazione dei noleggiatori, presentata questa mattina a Milano.
Come noto, gli scarichi delle auto emettono varie sostanze inquinanti, regolamentate in misura diversa. Il monossido di carbonio (CO) delle vetture a noleggio risulta inferiore rispetto alla media delle altre macchine in circolazione del 58 e del 37%, rispettivamente per i motori a benzina e diesel, attestandosi sul valore di u grammo/km per i primi e 0,5 per i secondi. Le emissioni di ossido di azoto (NOx) sono invece circa la metà, -52 e -47%, sempre per benzina e diesel, con valori pari a 0,06 e 0,17 grammi/km. Gli scarichi delle auto a noleggio emettono il 70% in meno di idrocarburi incombusti (HC), un inquinante derivante dai propulsori a benzina in ragione di 0,1 grammo/km. Infine, è sulle polveri sottili, il cosiddetto particolato (PM) che il gap diventa enorme: i propulsori diesel a noleggio ne emettono l’85% in meno della media delle auto in circolazione.
Come anticipato in apertura, è l’anzianità dei veicoli in circolazione, rispetto alla flotta del noleggio, a fare la differenza. Il parco auto italiano ha un 10% di vetture, circa 3,8 milioni, antecedenti alle normative Euro. C’è poi un altro 29% (11 milioni) che risponde alle normative Euro1/2/3. Con un 30% di Euro4, la quota di macchine in regola con la normativa Euro5/6 è del 32%, pari a 12,3 milioni. Il noleggio invece propone solo vetture di ultima generazione, per la precisione Euro6 per l’87% ed Euro5 per il 13 per cento.
Articolo uscito su Il Sole 24 Ore il 29 maggio 2018 a firma di Pier Luigi del Viscovo