
IN DIECI ANNI LA VECCHIA AMMIRAGLIA HA LASCIATO POSTO ALLE VETTURE MEDIE
In base al Rapporto Aniasa, quattro auto su dieci in noleggio a lungo termine sono classificate di segmento C, ossia macchine come la Jeep Renegade o la Volkswagen T-Roc, ma pure la Golf o la Tipo. Rispetto a dieci anni fa sono aumentate di 11 punti, gli stessi persi dalle auto più importanti, un tempo definite ammiraglie, classificate nel segmento E. C’è stato uno scivolamento verso il basso, dal segmento E al D e dal D al C, favorito da alcuni fenomeni. Alla base, la ricerca del risparmio seguita alle crisi degli anni scorsi. Poi certo, l’avvento dei SUV ha reso molto più agevole convincere chi prima girava con un’Audi A6 ad “accontentarsi” di una Volkswagen Tiguan, mentre proporgli una A4 avrebbe significato offrirgli una retrocessione tout court. Tuttavia, per i segmenti E e D si parla ancora di vetture di una certa importanza, sebbene diverse nelle dimensioni. Il vero scoglio sarebbe stato spostare un manager dalla Passat alla Golf, per motivi oggettivi di spazio e non solo. Infatti, tra D e C spesso cambia la tipologia di vettura, molto più compatta, quasi sempre due volumi, somigliante a una cittadina. Senza i SUV, questo passaggio sarebbe stato molto più controverso e lento e avrebbe interessato volumi minori. Offrire al driver di una Passat di salire su una Renegade o una T-Roc ha senz’altro reso la medicina meno amara.
C’è anche da osservare come nei decenni le auto siano cresciute, nel senso che una Polo di oggi è grande quanto una Golf di trent’anni fa. Un fattore che sicuramente ha contribuito, sebbene le differenze significative si riscontrino appunto su un arco temporale più lungo di un decennio. Piuttosto e più in generale, è stata superata la classificazione delle auto basata unicamente sulla grandezza. Nel secolo scorso, a parte le sportive, le macchine venivano definite dalle dimensioni a cui corrispondeva in certa misura anche la cilindrata. Cose ancora importanti, ma non più i soli parametri. I SUV, offrendo in sostanza uno spazio interno maggiore, hanno spostato l’attenzione sulla coolness del modello, a prescindere dalla dimensione.
L’altro fattore che ha spostato il mix del NLT è sicuramente l’allargamento del prodotto ai privati, con o senza partita IVA. Questi automobilisti, proprio perché più rappresentativi della società, concentrano le loro scelte sulla fascia media del mercato. Sempre dal Rapporto Aniasa, si apprende che ormai oltre il 15% delle auto in NLT è riconducibile a clienti privati, che dieci anni fa nemmeno consideravano l’opzione di noleggiare la macchina.
Se questa è la fotografia, quali sono le previsioni per i prossimi anni? Agitalab, un think tank, ha sondato recentemente un campione di addetti ai lavori, per chiedere quali fossero le proiezioni al 2023. Circa il NLT ai privati, l’indicazione è piuttosto netta. Uno su due stima che la loro quota sarà tra il 20 e il 30%, mentre uno su tre indica addirittura che supererà la soglia del 30%. Sui segmenti, due terzi ritiene che le vetture di taglia C aumenteranno ancora un po’, fino al 45%, mentre le grandi, segmento E, potrebbero aumentare il loro peso tra il 5 e il 10% per metà del campione. Verosimile, considerando il forte ricorso al NLT per la vendita delle ibride plug-in di fascia alta.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore il 2 novembre 2021 a firma di Pier Luigi del Viscovo