Iva al 22%, ecco l’impatto sulle auto
L’aumento dell’IVA dal 21 al 22% sposterebbe poco i consumi. Vale 8 centesimi ogni 10 euro di spesa, troppo poco perché i consumatori possano rilevarlo. Inoltre, i prezzi al dettaglio non si formano in modo automatico, con la calcolatrice, dunque molti prezzi nemmeno aumenteranno. Pertanto, saranno i commercianti ad assorbire l’aumento, che non sarebbe più un’imposta sui consumi ma un ennesimo balzello su uno dei settori più in difficoltà.
L’aumento potrebbe invece avere un lieve impatto sul mercato delle auto nuove. Secondo l’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility, i privati e le società che acquistano direttamente le macchine hanno comprato nel 2012 auto da 14.581 euro al netto dell’IVA. L’aumento di un punto sarebbe dunque in media inferiore a 150 euro. In parte saranno ribaltati sul prezzo finale, ma anche la composizione dei pacchetti di offerta (auto più optional) ne verrà intaccata. Preso da solo, questo ulteriore gravame non dovrebbe deprimere troppo una domanda già ai minimi storici, ma il fatto è che l’automobile subisce tante imposizioni fiscali, differite nel tempo in modo da sfuggire – singolarmente – alla percezione dell’automobilista, che però poi complessivamente avverte un peso che contribuisce ad allontanarlo dal prodotto e dalla sua sostituzione con uno nuovo. In altre parole, anche i gravami (come le accise sul carburante) che non dovrebbero influire sull’acquisto dell’auto – anzi, un’auto nuova consuma di meno! – aumentano la disaffezione verso il mezzo e diminuiscono la voglia di sostituirlo.
Per il noleggio il discorso è diverso, perché per gli operatori l’IVA non è un costo, mentre per i loro clienti è solo in parte detraibile. Sul canone di NLT ci sarà un incremento medio di IVA intorno a 6 euro, di cui 3,5 non detraibili: appena sufficienti a riscaldare le trattative sui nuovi contratti. Nel rent-a-car, poiché l’incremento sarà impercettibile sul singolo noleggio (in media intorno ai 30 centesimi), è probabile che se ne faranno carico in buona misura gli stessi noleggiatori, visto che molte tariffe sono vendute al pubblico già “ivate” e non saranno certo i 30 centesimi a far modificare i prezzi.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore – Motori 24 il 10 giugno 2013 a firma di Pier Luigi del Viscovo