LA LUNGA VITA DELLA SECONDA MANO

 In Bollettino, Usato

Durano di più, si rompono poco, si presentano con meno chilometri di un tempo. È per questo che gli italiani hanno spostato gli acquisti dalle macchine nuove a quelle usate. Correndo a comprarle anche se hanno più di dieci anni sulle spalle.

 

Escludendo i noleggi, per ogni auto nuova immatricolata lo scorso anno gli italiani ne hanno acquistate due e mezzo usate. Nel 2010 lo stesso rapporto era pari a una e mezzo. Comprare una vettura di seconda mano non è più un segno di debolezza economica bensì una furbata che evita la svalutazione, molto concentrata nelle prime fasi di vita. Poi, negli ultimi anni la qualità delle vetture è drasticamente migliorata, ad esempio per l’impiego di vernici che proteggono dall’aggressione degli agenti corrosivi esterni, oltre che per le parti meccaniche e per gli allestimenti di comodità e sicurezza, dagli airbag alla connettività. Aggiungiamo anche la novità della manutenzione preventiva rispetto a quando la macchina entrava in officina solo se si rompeva. Infine, la minore usura derivante dal chilometraggio medio in calo e dal raddoppio del parco circolante delle due ruote, impiegate soprattutto in ambito urbano, dove le auto sono più sollecitate. Insomma, proprio come gli anziani di oggi vantano una forma nemmeno auspicabile da quelli di trent’anni fa, così le macchine invecchiano abbastanza bene. L’industria se ne lamenta e si capisce, poiché vorrebbe venderne di nuove, ma è stata proprio lei a migliorare il prodotto e a suggerirne un uso più accorto.

Però c’è usato e usato. Nel 2010 gli italiani che acquistavano un’auto usata concentravano la scelta su quelle non proprio vecchie: solo una su quattro aveva più di dieci anni. In volume, parliamo di 600mila passaggi di proprietà. Lo scorso anno, in un mercato dell’usato più grande del 10% rispetto al 2010, la metà dei passaggi ha riguardato vetture immatricolate oltre dieci anni prima. D’accordo che includevano motorizzazioni fino a Euro4, ma si tratta di ben 1,4 milioni di veicoli. In parte possiamo leggervi una conferma del migliore invecchiamento delle auto costruite e utilizzate in questo secolo, però c’è anche dell’altro: il marcato allontanamento degli italiani dalle auto nuove o seminuove in favore di vetture più datate. Nel 2010 e sempre esclusi i noleggi, su 100 auto acquistate 39 erano nuove, 47 usate fino a dieci anni e solo 14 erano più vecchie di così. Lo scorso anno le proporzioni sono state completamente diverse: 28 nuove, 37 fino a dieci anni e 35 più vecchie.

Però alla fine le auto vecchie andrebbero eliminate, per il loro costo sociale. Inquinano quanto venti auto nuove ed emettono più CO2, sebbene le loro percorrenze contenute in parte riducano questi impatti, che vanno comunque confrontati con la produzione di una macchina nuova e non solo con le sue emissioni. Ma soprattutto sono sprovviste dei dispositivi di sicurezza che limitano gli incidenti e, quando accadono, le lesioni gravi o fatali.

Tuttavia non accadrà e anzi il fenomeno si aggraverà. Le macchine nuove sono per molti fuori portata, avendo i costruttori ridotto la produzione e aumentato i prezzi, con l’alibi della politica che gli impone le auto elettriche. Per venderle chiedono e ottengono di incentivarle con i soldi dei contribuenti, che non servono a rottamare una macchina di trent’anni, perché chi la guida non ha le risorse per passare a una nuova. Gli incentivi andrebbero dati a fronte di rottamazione, per chi acquista un usato non troppo obsoleto o anche niente.

Dunque il parco invecchia, per mancanza di soldi dei privati e per l’errata allocazione di quelli pubblici.

 

Articolo pubblicato su Quattroruote a giugno 2022 a firma di Pier Luigi del Viscovo

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