
LA POLITICA SPINGE IL MERCATO DELLE E-CAR
La penetrazione delle auto alla spina, full electric (BEV) e plug-in (PHEV), è in forte crescita a livello globale. Nel terzo trimestre 2021 con 1.685.000 unità immatricolate hanno segnato una quota del 9%, mentre nel quarto trimestre 2020 con 1.358.000 non avevano raggiunto il 6%. Lo riporta un’analisi di AlixPartners, società di consulenza, che da anni misura queste vetture anche in base alla percorrenza garantita dalle batterie, chiamata e-range, che è in evoluzione anno dopo anno. Secondo questa unità di misura, nell’estate 2021 sono stati venduti 509 milioni di chilometri, il 32% più dell’autunno 2020. Oltre all’aumento delle vendite ha giocato anche la migliorata capacità delle batterie. Infatti, nello stesso arco temporale il chilometraggio medio disponibile nelle auto vendute è passato da 284 a 302 km, con un aumento del 7%. L’altro dato interessante è che tra quelle alla spina le plug-in sono stabili sotto il 30%.
Tra i costruttori, Tesla resta il dominus indiscusso del mercato alla spina, con e-range par a 125 milioni di km venduti nel terzo trimestre 2021. Ma avanzano molto i cinesi, con BYD che scalza Volkswagen dal secondo posto, con Hyundai e SAIC in quarta e quinta posizione. Nella top ten dei costruttori, cinque sono cinesi.
Del resto, la domanda più forte in assoluto arriva dalla Cina, con quasi 280 milioni di km nel terzo trimestre 2021. Sui dodici mesi la e-range è più che raddoppiata, con le vendite che hanno superato il 15% di quota di mercato. Gli occidentali seguono piuttosto distanti e con ritmi di crescita decisamente più lenti. Gli europei nel terzo trimestre 2021 hanno messo su strada un e-range pari a 135 milioni di chilometri, che pur sempre il doppio dei 70 milioni degli americani. Nei dodici mesi sia gli europei che gli americani hanno aumentato l’e-range circa del 60%. Nel Vecchio Mondo, l’unico dei grandi mercati a tirare sul serio è la Germania, con un e-range intorno ai 35 milioni di km e una quota sulle vendite del 24%. Solo gli scandinavi fanno meglio, dalla Danimarca (33%) alla Svezia (38%) e alla piccola Islanda (66%), sempre dietro la Norvegia (72%).
Quanto queste statistiche riflettano la domanda dei clienti è difficile a dirsi. Il mercato cinese è fortemente influenzato dalla politica per definizione, essendo un’economia comunista dove il libero scambio e l’iniziativa privata sono consentiti entro certi limiti e in linea con la politica industriale. Che per l’auto prevede di virare sul motore elettrico per consentire all’industria domestica di competere ad armi pari con i rivali occidentali. Pure il mercato europeo è influenzato dalla politica. Stranamente, essendo un’economia capitalista libera e dovendo anch’essa sostenere la competitività della sua industria.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore l’8 febbraio 2022 a firma di Pier Luigi del Viscovo