
L’Aniasa: basta eccessi di burocrazia e di tasse
A cosa pensano i noleggiatori? Una domanda legittima, visto il buon momento che stanno attraversando. Il rent-a-car ha chiuso il semestre con oltre 450 milioni di fatturato, in crescita di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo del 2014, grazie a una domanda di noleggi aumentata più del 5%. È vero, hanno raccolto noleggi a un prezzo medio un po’ inferiore, anno su anno. Il lungo termine galoppa, con ricavi oltre i 2 miliardi nel semestre, grazie a una flotta passata da 551.000 a 571.000 unità.
Eppure, gli operatori hanno i loro pensieri. Su tutti, la trasformazione che è appena cominciata nella mobilità. L’auto resterà centrale, ma cambierà profondamente il modo di usarla. Così i noleggiatori prevedono che tra dieci anni i clienti non si accontenteranno più della gestione dell’auto, ma vorranno un sistema completo di mobilità. In questo senso, un contributo di Aniasa, curato dal Centro Studi Fleet&Mobility, aveva per sottotitolo ‘dall’auto-noleggio al mobi-noleggio’. “Il settore del noleggio veicoli è per sua natura parte integrante della sharing economy –spiega il Presidente di Aniasa, Fabrizio Ruggiero- Stiamo procedendo verso un’offerta unica di servizi di mobilità, come è maggiormente visibile in alcuni Paesi europei, che prevedrà oltre all’utilizzo del veicolo per il tempo utile, da 15 minuti a 5 e più anni, una serie di ulteriori strumenti di mobilità, come l’accesso ad aree a traffico limitato, a spazi a pedaggio e ai parcheggi.” D’ora in poi non si tratta più di fare accordi con un’assicurazione o una rete di officine, ma di dialogare con il sistema del traffico. All’inizio è un Telepass, roba semplice. Ma dietro l’angolo ci sono le ZTL e le aree di parcheggio governate dai Comuni. Ruggiero lo sa: “In questo nuovo scenario di mobilità urbana ed extra-urbana chiediamo alla Istituzioni di fare la propria parte facilitando gli spostamenti di persone e beni attraverso la diffusione di sistemi tecnologici adeguati (per accessi a ZTL, parcheggi “intelligenti”, strade con sistemi di comunicazione e reti 4G con cui le connected car possano dialogare). La realizzazione delle smart city passa dalla realizzazione di infrastrutture, dall’adeguamento del quadro normativo di riferimento e, non ultimo, dalla semplificazione della burocrazia attraverso i processi digitali.”
Ce n’è di che stare concentrati. Proprio l’Aniasa sta cercando di evitare costi e rallentamenti impliciti nel famigerato comma 4bis dell’articolo 94 del Codice della Strada. Una storia italiana, iniziata un giorno di fine luglio 2010, che ancora prosegue tra decreti ministeriali, circolari emanate e poi ritirate e sentenze del TAR. L’idea iniziale – a beneficio dei lettori – era di annotare sul libretto di circolazione il nominativo del cliente che noleggia l’auto per oltre 30 giorni, a cura del locatore e pagando 9 euro per diritti di motorizzazione. A dicembre 2012, alla vigilia dell’entrata in vigore, tutto viene sospeso perché i sistemi informatici non erano pronti (dopo due anni e mezzo!). Nel frattempo i noleggiatori ricorrono al TAR. Allora il Ministero revoca in autotutela alcune parti delle circolari. Il TAR a luglio 2015 dà ragione ai noleggiatori su tutto, salvo ciò che è stato appunto ritirato e dunque sottratto al suo giudizio.
D’accordo che non è ancora ben chiaro cosa si intenda per smart city e smart mobility, ma a lume di naso non sembra che queste pratiche vadano nell’esatta direzione. Ciò che si aspettano gli operatori, per modernizzare i servizi di mobilità, a beneficio del Paese, secondo Ruggiero è “l’esatto contrario di quanto è accaduto con l’articolo 94 del Codice della Strada che, pur con fini lodevoli di contrasto alle intestazioni fittizie, impone balzelli e assurde complessità gestionali. Un impasse facilmente superabile, se si volesse, attraverso flussi informatici a costo zero”.