Le flotte tirano il mercato
Al giro di boa di metà percorso, il mercato auto segna un preoccupante -13% rispetto al primo semestre 2010. In termini di volumi, mancano all’appello 150mila macchine. Ma il primo trimestre dell’anno scorso era ancora gonfiato dagli incentivi, per cui il confronto è poco indicativo. Proprio per fornire un quadro della domanda più aderente alla realtà, il Centro Studi Fleet&Mobility ha riclassificato i dati tenendo separato il 1° trimestre dai mesi successivi.
Guardando dunque ai due insieme, risulta che le 150.000 immatricolazioni mancanti nel consuntivo di metà anno mancavano già nel consuntivo del trimestre gennaio-marzo. Di conseguenza, è lecito affermare che il mercato auto, al netto delle vendite 2010 “incentivate”, stia mostrando una domanda stabile, sugli stessi livelli dello scorso anno “post incentivi”.
Tuttavia, andando ad approfondire l’analisi scomponendo il totale tra vendite a privati e vendite a flotte (società e noleggiatori), si scopre che le cose non stanno esattamente così.
Le flotte stanno viaggiando col vento in poppa, segnando un incremento a metà anno intorno al 12% rispetto allo stesso periodo del 2010. È un dato positivo, pur se non sorprendente né entusiasmante, visto che questi segmenti avevano ridotto fortemente gli acquisti nel periodo di crisi ed ora stanno ritornando ai livelli abituali. Questi soggetti sono abituati a sostituire l’auto secondo un ciclo abituale, che era stato “sospeso” da alcuni a causa della congiuntura negativa. Le flotte in noleggio a lungo termine, stimolate dagli stessi noleggiatori che volevano evitare di ritirare le vetture usate in un momento in cui quel mercato era depresso a causa della concorrenza del nuovo “incentivato”, hanno allungato il ciclo dai 36 ai 48 mesi. con il risultato che adesso quei contratti sono in scadenza definitiva e vanno rinnovati. Le società – sotto gli effetti della congiuntura negativa e comunque dovendo recepire l’allungamento del periodo di ammortamento imposto da Visco nel 2008 – pure hanno esteso il ciclo di sostituzione, facendo mancare negli anni scorsi volumi rilevanti di domanda. Anche un altro segmento, il noleggio a breve, ha incrementato gli acquisti in questo 2011, grazie a una stagione turistica annunciata in crescita.
I privati invece segnano il passo. Anche mettendo a confronto solo il trimestre aprile-giugno con lo stesso del 2010, dobbiamo registrare una flessione del 5%, pari a circa 15.000 macchine. È la prova di un diffuso quanto strisciante senso di inquietudine e insicurezza, che si riflette soprattutto sulle scelte di consumo più impegnative e che – come l’auto richiedono una buona dose di entusiasmo. Se poi aggiungiamo che cambiare l’auto è un’esigenza facile da posticipare, poiché quelle in circolazione non sono certo dei rottami, si comprende bene come la domanda tenda a restare bassa. In pratica, la scarsa propensione dei privati a sostituire l’auto non è il problema, ma il sintomo di un malessere più ampio.
Per quanto riguarda la seconda metà dell’anno, le proiezioni indicano un traguardo intorno a 1.820.000, dove a mancare sarebbero appunto le 150mila auto “incentivate” nei primi mesi dello scorso anno. I costruttori non sono contenti, ma tutto sommato non si stracciano le vesti, dato che gli altri mercati stanno tirando e riconoscono dei livelli di prezzo anche maggiori. Per la rete distributiva invece si tratta di un livello di vendite insufficiente a far quadrare i bilanci. Escludendo le vendite fatte ai noleggiatori (su cui il margine del concessionario è quasi nullo) resta un mercato inferiore a 1.500.000 immatricolazioni, quale non si vedeva da molti anni.
Articolo pubblicato su Car Fleet di ottobre 2011 a firma di Pier Luigi del Viscovo