Meno acquisti più noleggi. Le società comprano poco (ma noleggiano)

 In Bollettino, Noleggio

Nessuno può guidare due macchine. Questa banalità spiega l’affanno delle vendite a società (-4% a settembre e appena +4% nei nove mesi), cui si contrappone la galoppata delle immatricolazioni da parte di privati (+25 e +12%, rispettivamente) e noleggiatori a lungo termine (+29 e +19%). “Siamo di fronte a segnali incoraggianti – ha detto Massimo Nordio Presidente dell’UNRAE – capaci finalmente di alimentare una spirale positiva di propensione alla sostituzione dell’auto, soprattutto in ragione della vetustà del parco circolante. Resta aperto il tema delle vendite a società che ristagnano con modeste performance, sintomo di una sofferenza fiscale ancora forte da parte delle piccole e medie aziende”. Certamente le piccole e medie aziende italiane, quando aprono il capitolo ‘macchina nuova’, si scontrano con due realtà che restano ancora amare. Da un lato il commercialista, che spiega come sul fronte delle tasse si recuperi davvero poco della spesa prevista. Dall’altro la banca, che continua a tenere i cordoni ben stretti sul fronte leasing/finanziamento.

Sarà forse per questi motivi che molte di queste PMI, insieme a professionisti e partite IVA, sempre più si rivolgono al noleggio a lungo termine, che infatti aumenta la sua penetrazione. Così, risulta che non hanno acquistato un’auto nuova, poiché l’hanno fatto per loro i noleggiatori: come detto in apertura, nessuno può guidare due macchine. In ultima analisi, occorre comprendere che, mentre il noleggio a breve (rent-a-car) e il car sharing sono clienti finali (perché i loro clienti sono ‘occasionali’), il NLT è un intermediario, un canale di distribuzione, né più né meno della rete dei concessionari: quando immatricolano un’auto la noleggiano a qualcuno, che ovviamente non è andato a comprarla dal dealer. Per alcuni anni il NLT però riusciva solo a sostituire le sue stesse vetture che terminavano il periodo del noleggio – a grandi linee e con qualche approssimazione che ci concediamo pur di semplificare. In altri termini, la flotta circolante del NLT era stabile o quasi, concentrata sulle flotte medie e grandi. In quegli anni, l’impatto sugli altri canali era nullo, nel senso che non c’erano clienti di concessionaria (privati o società che fossero) che al momento della sostituzione optavano per il noleggio e dunque facevano mancare la loro immatricolazione a quel canale.

Però già lo scorso anno il NLT aveva mostrato dei numeri di immatricolazioni ben superiori alle auto che vendeva, ossia quelle in scadenza e da sostituire. Molti adducevano la motivazione di un accumulo anomalo di auto in scadenza, frutto di prolungamenti contrattuali, ma i conti non tornavano. Era il chiaro segno che i noleggiatori stavano attraendo nuova clientela – e da dove, se non dall’altro canale, i concessionari? Il fenomeno è ancora più evidente nel 2015. Infatti, da un’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility su dati Unrae/Ministero, emerge che il NLT ha immatricolato nel periodo gennaio-luglio 128.500 auto ma ne ha vendute solo 84.300 (incluse le radiazioni – ossia quelle esportate): significa che la flotta circolante è aumentata di 44.200 auto. È un fenomeno in aumento, come si evince dal confronto con il 2014, stesso periodo gennaio-luglio: immatricolate 108.700 e vendute/radiate 77.100, con un surplus di 31.600 unità. Alla fine, l’Aniasa registrò una flotta 2014 in crescita di 12.000 macchine. Anche per il 2015, non tutte le auto che ora risultano in flotta lo saranno alla fine dell’anno. Il motivo principale sta probabilmente nel rent-to-rent: più di una società di rent-a-car usa come sistema di acquisizione delle auto non l’acquisto ma il noleggio, per tutta o per parte della flotta. Si tratta di operazioni triangolari tra un costruttore, un noleggiatore a lungo termine e un RAC, che hanno per oggetto una fornitura di auto, assistita dal finanziamento del NLT, che si fa ovviamente pure carico del pagamento della tassa di proprietà. Nel 2014, si stimavano in poco più di 30.000 unità. Ma nel 2015 il RAC sta mostrando un fabbisogno di auto superiore allo scorso anno, nell’ordine del 17/18%: è probabile che una simile crescita riguardi pure il rent-to-rent.

Un’altra ragione che giustificherebbe la performance delle società inferiore a quella degli altri canali sta proprio nell’ottimo quanto inatteso recupero dei privati. Lo scorso anno questo canale recuperò appena il 2% rispetto al fondo toccato l’anno prima. Pertanto, nessuno aveva messo in budget per il 2015 una crescita di oltre il 17%, come registrato nei primi 9 mesi. Un simile exploit ha reso meno necessario ricorrere alle ‘auto-immatricolazioni’ e ai km zero. Intendiamoci, difendere la quota di mercato resta sempre il totem dei costruttori, ma pure il conto economico evidentemente ha il suo peso, e se tutto sommato le vendite vanno assai meglio del previsto, perché svenarsi? Tanto più che una parte dei soldi servono per le forniture al noleggio, che notoriamente beneficia di sconti molto elevati, e che stanno anch’esse su livelli non previsti.

Sì perchè, come si diceva, anche il RAC ha immatricolato molte più auto. Inizialmente in previsione dell’Expo. Ma non tutti i noleggiatori ci hanno puntato allo stesso modo e chi è stato prudente poi ha avuto ragione. I turisti dell’Expo non si sono propriamente riversati nelle stazioni di autonoleggio per andarsene in giro in auto. Per fortuna, la stagione turistica è andata molto meglio del previsto. Ci si aspettava che la Grecia attirasse, come aveva fatto nel 2014, e così è stato. Quello che non si poteva prevedere era che il turismo verso la Tunisia crollasse sotto i colpi della strage al Museo del Bardo del 18 marzo, riversando migliaia di prenotazioni sul Mezzogiorno e sulla Sardegna, dove molti operatori del noleggio hanno dirottato le eccedenze di flotta.

In conclusione, al giro di boa dei 9 mesi, il settore appare completamente alle prese con piccoli grandi cambiamenti nella struttura del mercato. Per fortuna, o magari tipicamente, il tutto mentre – stando alle stime del Centro Studi Fleet&Mobility – affluiscono ben 3 miliardi in più al mercato, che passa nel cumulato gennaio-settembre dai 19,3 del 2014 ai 22,3 di quest’anno. Di questi miliardi, ben 2 arrivano dai privati (13,5 miliardi spesi), mentre il noleggio contribuisce per 700 milioni (4,8 miliardi) e le società per appena 200 milioni (4 miliardi).

In termini economici, un’auto immatricolata da una società non equivale a quella acquistata da un privato. Sempre secondo le analisi del Centro Studi Fleet&Mobility sui primi 9 mesi, il valore medio netto delle vetture comprate dai privati (al netto degli optional) si attesta a 17.938 euro, ben lontano dai 20.576 delle società o dai 20.348 del NLT. Solo il RAC spende meno, grazie però a sconti molto elevati, fissando un valore medio netto di carico a 16.467 euro.

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore del 20 ottobre 2015, a firma di Pier Luigi del Viscovo

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