Mkt auto 2010. Nel 2011 si volta pagina, sì?
Il nostro Paese è stato attraversato dalla crisi nel 2009 (PIL -5,5%) e nel 2010 è iniziata la ripresa (+1,1%), mentre il settore auto è uscito indenne dal 2009 ed è entrato in crisi nel 2010 (volumi di vendita -9% rispetto al 2009).
In realtà, la domanda di auto nuove misurata in valore dal Centro Studi Fleet&Mobility mostrava un calo del 9% già nel 2009 (quando gli italiani hanno destinato 34,8 miliardi di euro all’acquisto di auto nuove, al netto degli incentivi statali), seguito da un altro calo del 3% nel 2010 (33,9 miliardi, sempre al netto degli incentivi).
Gli incentivi, iniettando 1,5 miliardi (al netto dell’IVA extra) di denaro pubblico nel mercato, hanno alterato la dinamica della domanda, spingendo molti italiani ad anticipare al 2009 e al 1° trimestre 2010 acquisti che avrebbero in buona misura distribuito nel corso dell’intero 2010 e nel 2011. Nel 2010, ciò si è tradotto in uno sfavillante primo trimestre per le immatricolazioni ai “privati”, seguito da un corrispondente picco negativo nei successivi 9 mesi, prosciugati delle vendite anticipate nel periodo degli incentivi: due facce della stessa medaglia. Piuttosto, aver proseguito a invocare ulteriori incentivi statali forse ha indotto qualche cliente a sperare e rimandare l’acquisto. I segmenti non interessati dagli incentivi, “società” e “noleggio”, crollati nel 2009, hanno iniziato la ripresa nel 2010.
Venendo al 2011, l’Unrae stima 1.850.000 targhe, in base ai trend attuali di vendite e ordini: un livello di grave sofferenza, non tanto per le Case quanto per i concessionari.
Tuttavia, un mercato è un insieme di forze e di energie, anche inaspettate. Secondo il Centro Studi Fleet&Mobility, nel 2011 possono scatenarsi le seguenti dinamiche: a) molte concessionarie andranno a stimolare vendite aggiuntive presso i clienti “flotte” fuori dai saloni, con reti di venditori ad hoc (come i dealer più orientati al mercato stanno già facendo); b) le Case lotteranno insieme ai loro concessionari, pur di salvare quelli più a rischio, spingendo sulle condizioni di vendita dove e quando serve; c) i lanci di nuovi modelli (ce ne sono molti in calendario) faranno salire la pressione della concorrenza, che a sua volta, si sa, stimola la domanda; d) l’effetto negativo del dopo-incentivi si diluirà; e) anche se l’elevata disoccupazione è un fattore depressivo del sentiment, l’economia dovrebbe proseguire nella sua ripresa.
Sì, probabilmente il 2011 inizierà come finisce il 2010, ma col passare dei mesi le cose cambieranno, delineando un mercato intorno ai volumi del 2010.
Però ad inizio anno il punto è un altro. Siano 1.850 o 1.950, ormai è chiaro che i numeri del decennio 2000-2009 (2.300.000 di media) non torneranno. Quali sono i cambiamenti, nelle strategie distributive e nel modello di business delle concessionarie, che gli operatori propongono per adattarsi al nuovo scenario? Ci aspettiamo di conoscerli a breve. Perché non importa da dove arriva il problema: la soluzione sta “dentro” il sistema.
Articolo pubblicato su IlSole24Ore del 10 gennaio 2011 a firma di Pier Luigi del Viscovo