PREMESSA E CONTESTO
La personalizzazione del prodotto auto non viene più tanto identificata e declinata nelle componenti meccaniche e motoristiche, quanto piuttosto nell’interfaccia digitale tra auto e utente, cioè la possibilità e capacità del driver di relazionarsi con l’auto attraverso strumenti digitali e di far interagire la stessa con il mondo esterno in cui il guidatore/uomo interagisce (strade, parcheggi, altre auto etc..).
Quindi più che di personalizzazione dell’auto si dovrebbe parlare di personalizzazione digitale applicata all’auto.
L’auto sarà sempre più piena di servizi, l’accesso ai quali avverrà sia tramite smartphone sia anche attraverso dispositivi di collegamento propri del veicolo (embedded).
In questo scenario di innovazioni molteplici, i costruttori aprono finalmente e convintamente alle alleanze con altri operatori, dai produttori di hardware di connettività ai software di tele- diagnosi o geo-localizzazione, dal car sharing al noleggio, alle assicurazioni.
Gli esperti considerano la connettività soprattutto per la sua funzione di migliorare e agevolare l’uso e la gestione dell’auto. Però c’è chi ammette che il tema centrale sia di assorbire dentro l’automobile la connettività che la persona ha quando è fuori dall’automobile, con lo smartphone che dunque resterà sempre lo snodo centrale.
Traffico, parcheggi e pedaggi sono i vantaggi principali, insieme alla diagnosi remota per la manutenzione e alla localizzazione per il soccorso.
Smartphone, connettività, servizi per la mobilità e sicurezza
Da un sondaggio condotto da AgitaLab in collaborazione con Fleet&Mobility e IPSOS risulta che 7 automobilisti su 10 si dichiarano interessati all’integrazione dello smartphone con l’auto.

Scendendo in profondità, emerge che l’interesse è dettato principalmente da quelle funzioni che possono migliorare concretamente l’uso dell’automobile.
Infatti, lo scarso interesse raggiunge e supera la metà del campione per tutte le funzioni oggi tipiche dello smartphone, quali la messaggistica, le varie app e l’accesso ai social network: non è per questo che il telefono deve integrarsi con l’automobile.
Piuttosto, lo smartphone deve aiutare a muoversi bene, dando informazioni sulla viabilità, sul traffico. Poi, una volta a destinazione, deve aiutare a trovare il parcheggio, che rimane l’altro grande bisogno, soprattutto nei centri urbani.
Ma dove l’interesse diventa diffuso è sulla possibilità che il telefono, integrandosi con la vettura, riesca a essere un mezzo di comunicazione per la diagnosi dell’auto, in modo da sapere esattamente quali interventi sono necessari, e per la sicurezza, oltre che un sistema efficace contro il furto.

Congiuntamente alle dinamiche descritte, siamo alle soglie di alcuni fenomeni che, pur se ancora poco visibili, rappresentano degli elementi di cambiamento potenzialmente dirompenti:
- La guida autonoma. Metà degli automobilisti intervistati vede nella sicurezza la principale utilità dei prossimi sistemi di guida assistita, che contribuiranno a risolvere anche altri problemi, come il traffico e i parcheggi, secondo un terzo di loro;
- La progressiva elettrificazione del parco circolante. Gli ultimi vincoli sulle emissioni medie imposti ai costruttori calcolati sul mix prodotto e venduto in Europa, combinati con i rinnovati cicli di omologazione, rappresentano un importante stimolo all’introduzione di motorizzazioni ibride ed elettriche;
- la maturazione dell’idea di città “intelligente”, che genererà nel medio termine una crescente domanda di infrastrutture per la connessione tra veicoli e città (machine to infrstructure) e tra veicoli (machine to machine).