
OSSESSIONE FUTURO PER L’AUTO
C’è una voglia di futuro nell’auto che niente ha a che vedere con le innovazioni reali, che sia il motore elettrico o la guida assistita. L’auto elettrica non è il futuro, è la realtà. Aumenterà? Certo che sì. Con tutta la pressione mediatica e commerciale dei costruttori, vuoi che non prenda qualche punto di quota? Allora, nel futuro gireremo tutti con l’auto elettrica? Certo che no. Stesso dicasi per la guida assistita: la macchina diventa ogni anno più “collaborativa” nel senso che non si limita a rispondere agli input del guidatore, ma li stimola e in alcuni casi li anticipa. Dunque, nel futuro andranno da sole, senza pilota? Assolutamente no. Ma possono farlo, già oggi. Sì e non lo faranno.
Eppure, la narrazione che abbiamo subìto per un decennio racconta di un motore termico da archeologia industriale e di auto senza volante, per tacere dei droni per trasporto passeggeri. Questa non è innovazione, è Nostradamus. Criticare certe esagerazioni è fin troppo semplice e tutto sommato neanche importante. Ciò che invece interessa è capire perché simili immagini vengono messe in circolazione e, ancor più inquietante, come mai la gente ci creda. Quest’ultima è facile. La gente crede a questo e a ben altro, dandone ampie e drammatiche dimostrazioni. Magari si limitasse ai droni. La ragione è il costante abbattimento del sapere e della conoscenza, ritenuti elitari e pertanto troppo divisivi. Siamo passati da uno status di consapevolezza (non so e so di non sapere) che spingeva le persone ad affidarsi, al parroco o al partito, alla rimozione del concetto stesso di ignoranza (non so e non so di non sapere).
Perché l’industria l’abbia agevolato è più complesso. L’avvento del digitale nelle comunicazioni quotidiane ha stravolto gli equilibri tra i ruoli di chi parla e chi ascolta, introducendo la polifonia. Inoltre, ha preso corpo la sensazione di essere attaccati nelle proprie competenze industriali, tanto che s’è parlato di Apple e Google car come se fossero cose vere. Poi, la fine di Kodak e di Nokia ha seminato il panico. L’aver lasciato entrare i croupier della finanza nella stanza dei bottoni ha fatto il resto, producendo quella fuga dalla realtà necessaria affinché ogni bufala stile “pronipoti” diventi potabile. Così, bastano quattro tipi in monopattino per far impazzire la maionese.
Articolo pubblicato su il Giornale, il 15 gennaio 2020, a firma di Pier Luigi del Viscovo