
Per le famiglie una svalutazione di almeno 20 miliardi di euro
Tutto ha un prezzo, anche l’eliminazione delle auto diesel. Basta quantificarlo e vedere se c’è qualcuno disposto a pagarlo. Sempre che ciò che si ottiene sia un risultato di valore e non una bufala.
Le amministrazioni che minacciano di vietare la circolazione ai diesel toccano l’interesse economico di molti cittadini, nella misura in cui gli impongono di andare sul mercato per vendere la macchina e comprarne un’altra, nuova (Euro6) o semi-nuova (Euro5). Quanto è grande questo interesse? Nel nostro Paese le auto ante Euro5 a gasolio sono 10 milioni, quasi tutte in mano a privati cittadini, poiché le imprese hanno un ciclo di sostituzione più breve (le Euro4 erano vendibili fino al 2010). Già questo fa capire che ogni provvedimento tocca trasversalmente milioni e milioni di famiglie. Ma quanto male gli fa? Non è facile rispondere con dati precisi, ma con una certa approssimazione si può individuare almeno l’ordine di grandezza. Un’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility parte dal valore medio delle transazioni di usato presso i concessionari, fissato intorno a 8.700 euro, che per le auto a gasolio è stimabile intorno a 10.300 euro, visto che le auto diesel vendute (poiché più grandi) hanno un prezzo medio superiore del 19% alla media del mercato. L’incrocio di questi due valori restituisce un patrimonio circolante (diesel fino a Euro4) di un centinaio di miliardi. È una cifra molto, molto approssimativa, probabilmente per eccesso. Ma attenzione! Più è basso questo valore, più è ampio il gap che divide questi cittadini dall’auto nuova/semi-nuova.
Ora, il primo effetto dei provvedimenti censori sarà di deprimere il valore di queste vetture, che troverebbero mercato quasi solo all’estero. Così, non solo il patrimonio circolante degli italiani diminuirebbe, ma sarebbero anche costretti a monetizzarlo. È ipotizzabile una flessione del 30/50%? Parliamo di 30/50 miliardi. A cui va aggiunto ciò che manca per acquistare una macchina nuova, di dimensioni simili. Il valore medio netto delle vetture acquistate dai privati nel 2017 è stato di 19.500 euro (al netto degli optional), che per i diesel è stimabile in 23.200 euro (non perché gli italiani debbano sostituire un diesel con un altro diesel, ma perché in genere sono diesel le auto più grandi, e dunque il valore dà un riferimento della dimensione dell’auto). Considerando una media tra nuovo e semi-nuovo, possiamo individuare un valore di acquisto poco sotto i 20mila euro.
La realtà sarà più variegata di questi brevi calcoli, ma non tanto lontana da una spesa di 13/15mila euro, imposta forzatamente a 10 milioni di famiglie. Ne vale la pena? Sul fronte del riscaldamento globale certamente no, visto che il diesel è il propulsore più efficiente in assoluto sul ciclo completo. Per l’inquinamento, l’industria dell’auto ha fatto miglioramenti enormi. Ora tocca alle amministrazioni lavare le strade, costruire parcheggi per fluidificare il traffico e ridurre le emissioni, e occuparsi di caldaie.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore il 28 giugno 2018, a firma di Pier Luigi del Viscovo.