più utile un mestiere sul mercato che inseguire il mito della laurea

 In Bollettino, Società

Tutti i lavori sono dignitosi se esercitati con orgoglio e competenza. Un tempo la professione di medico poneva in alto nella società, mentre l’artigiano doveva vestirsi di umiltà. Oggi non più. Un cattivo medico è indegno e un bravo idraulico merita rispetto. In questo secolo alcuni mestieri artigianali sono tra le professioni più ambite. Chi faceva il sarto oggi è uno stilista e chi cucinava è uno chef. I ragazzi si sacrificano per apprendere uno dei nuovi mestieri e ottenere non solo soldi ma status sociale. Nelle nuove tecnologie, dei giovani hanno inventato professioni e costruito imprese e sempre più sarà così. Da anni diciamo che metà dei lavori che i nostri nipoti faranno oggi ancora non esistono.

Eppure, una cultura obsoleta che si pensa progressista si ostina a ritenere che formare gli studenti per attività tecnico-manuali equivalga a relegarli socialmente in serie B, in omaggio a un ottuso egualitarismo. Ma la realtà è che non tutti siamo uguali e uno dei compiti della scuola è far emergere le differenze. Che non significa bollare un ragazzo per la vita, inchiodandolo a ciò che sa fare o non sa fare, ma piuttosto valorizzarlo indicandogli il percorso nel quale sarà più efficace. Probabilmente questo compito difficile e delicatissimo spetta alla scuola media, o come diavolo si chiama oggi. Dopo, chi si sente a suo agio con studi ancor più impegnativi, prosegua pure con un liceo dove aumenterà la sua base culturale, che gli tornerà utilissima in ogni attività post-universitaria. Chi invece si scopre meno portato per gli approfondimenti e lo studio, farebbe il suo bene a valutare una scuola superiore che unisca alla base culturale una formazione operativa e tecnica. Altrimenti, a proseguire gli studi liceali inseguendo il mito dell’università, per sé o per i genitori, corre due rischi. Scoprire che il liceo è impegnativo in un senso che non corrisponde alle sue corde, imponendogli una fatica superiore agli altri per conseguire un risultato magari inferiore. Alla fine, trovarsi costretto a scegliere una facoltà più agevole, avendo ormai preso coscienza che una impegnativa non sarebbe alla sua portata. A quel punto, una volta laureato, si troverà starato rispetto al mercato, che chiede laureati in discipline scientifiche, e rispetto alle sue stesse aspettative, che non contemplano più ormai lavori tecnico-manuali.

Si potrebbe concludere che nella scuola dare spazio alle ideologie causerà danni irreparabili alle prossime generazioni, ma non sarebbe vero. La realtà è che questi danni sono già stati prodotti e i cocci sono tutti davanti a noi.

 

Articolo pubblicato su il Giornale il 20 dicembre 2022 a firma di Pier Luigi del Viscovo

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