
Quella fedeltà alla marca soltanto dichiarata
Otto clienti su dieci dichiarano fedeltà alla marca dell’auto che stanno guidando. È quanto emerge dal 12° Rapporto Findomestic sui trend della mobilità automobilistica. Però mentono, come la stessa ricerca si perita di verificare – autorizzandoci di fatto le considerazioni che seguiranno. Alla domanda su quale scelta abbia fatto nell’ultima occasione, risulta che nella realtà solo uno ogni tre ha acquistato un’auto della stessa marca. La notizia non è tanto nel numero in sé, quanto piuttosto nella consapevolezza che coloro che rispondono a queste indagini lo fanno con tanta immaginazione, cortesia e attenzione alle risposte più cool del momento.
La conferma arriva, semmai ce ne fosse bisogno, anche da altre domande dell’indagine. Cominciamo dai fatti semplici. Secondo i rispondenti, persone che hanno acquistato una vettura nuova negli ultimi 5 anni, la prossima scelta cadrebbe su una km0 nel 33% dei casi, mentre uno su quattro la prenderebbe nuova (ma perché, i km0 che sono? – ndr) e appena il 14% si rivolgerebbe all’usato. Vediamo anche in questo caso la realtà.
Lo scorso anno in Italia i privati (ossia l’universo rappresentato dal campione) hanno acquistato poco più di 3,9 milioni di auto, tra usate (2,6, pari al 67%, non il 14%), nuove (1,1 pari al 28%, e qui ci troviamo) e km0 (0,2, pari al 5%, lontanuccio dal 33%).
Ma dove lo scollamento tra la conversazione (risposta al questionario) e la vita vera tocca la vetta è quando si parla delle motorizzazioni. Prima uno su tre dichiara che il prossimo acquisto sarà diesel (19%) o benzina (14%), poi 8 su dieci si dicono favorevoli alla messa al bando di questi propulsori termici. Tradotto, significa che il 12% dei rispondenti (uno su otto) pensa di acquistare un’auto termica, ma poi di desiderare che non possa circolare.
Fortunatamente, sappiamo che la situazione è grave, ma non è seria, citando Flaiano. Innanzitutto, possiamo stare tranquilli che il mercato sarà altra roba rispetto a queste dichiarazioni. In secondo luogo, e più importante, non siamo di fronte a dei minus habens che rispondono alle domande, ma semplicemente a persone come noi, che la macchina ce l’hanno e che, trovandosi a conversare, cercano di apparire quanto più trendy possibile. Si chiama animo umano, ed è bellissimo. Basta saperlo.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore il 30 giugno 2018, a firma di Pier Luigi del Viscovo