Rent-a-car. Rapporto ANIASA 2009
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Il 2009 è stato un anno difficile, che però ha evidenziato – come sempre accade nei momenti di crisi – alcuni tratti caratteristici e fondanti del sistema del rent-a-car.
L’autonoleggio è un servizio importante e non facilmente rinunciabile.
Gli operatori sono capaci di reagire con rapidità ai cambiamenti del mercato, anche grazie a una notevole flessibilità delle organizzazioni.
In particolare, la scelta di tenere le auto più a lungo e di limitare gli acquisti è stata parte della soluzione, che ha permesso di archiviare un anno meglio di quelle che erano le previsioni iniziali.
Anche la decisione di ridurre le organizzazioni (network e addetti), pur difficile e dolorosa, è stata determinante per garantire lo stato di salute minimo (sopravvivenza) delle imprese.
In un anno in cui la priorità non erano i volumi ma la protezione della redditività, gli operatori sono stati adeguatamente selettivi nel servire la parte migliore della domanda, quella turistica, disponibile a riconoscere il giusto valore al servizio.
Analisi del fatturato
L’autonoleggio a breve ha registrato nel 2009 un calo del giro d’affari del 6%, in un contesto di crisi che ha visto il PIL calare di oltre il 5%.
L’indice del PIL è la media di tutte le attività economiche del Paese, al cui interno coesistono spese primarie, meno sacrificabili in tempi di crisi, e spese voluttuarie, che invece tendono a scendere molto più della media, proprio perché sono le più rinunciabili.
Il fatto che il rent-a-car sia quasi in linea con la media generale indica che questo servizio è ormai un’attività necessaria per il Paese, in quanto garantisce una funzione di mobilità non sostituibile, sia per il sistema della produzione sia per l’industria del turismo.
Però, analizzando la composizione del giro d’affari, osserviamo che tutto il calo è stato determinato dalla domanda di noleggio proveniente dalle imprese, mentre la domanda di noleggio per turismo privato ha prodotto addirittura un incremento pari all’1% del fatturato.
La domanda di noleggio per motivi d’affari ha determinato una flessione a due cifre del giro d’affari (-14% vs il 2008), segno evidente che le imprese hanno ridotto la spesa per i viaggi di lavoro.
Questo fenomeno si riscontra anche nell’analisi del fatturato del segmento furgoni, che ha registrato un calo dell’11% rispetto al 2008, a fronte di un calo del 5% del segmento delle vetture.
Anche la domanda di noleggio per sostituire temporaneamente l’auto indisponibile (replacement) ha registrato un calo, seppur contenuto all’8%. Sarebbe stato molto di più se il sistema del noleggio a lungo termine, vero grande acquirente di questo servizio, non avesse nel 2009 prorogato molti contratti in scadenza fino a 48 mesi e oltre i 150mila chilometri, determinando un aumento di manutenzione sulle vetture e un conseguente aumento di domanda per vetture sostitutive.
Lo strabismo tra il fatturato proveniente dal segmento leisure, in crescita, e quello proveniente dalle imprese, in calo, si riflette, seppur in modo più temperato, nell’andamento del fatturato sviluppato nei centri urbani (downtown, in calo del 7%) rispetto al fatturato sviluppato negli aeroporti (in calo sì, ma del 4%), dove più si concentra la domanda turistica.
Il fatturato generato dal sistema dei licenziatari e dei franchisee è calato del 9%, mentre quello sviluppato dalle stazioni di noleggio corporate o dagli agenti è calato meno, del 5%. È un fenomeno abbastanza normale, in quanto gli operatori tendono a gestire direttamente le stazioni più importanti, affidando invece a terzi quelle che intercettano la domanda più marginale, che risente di più della crisi.
Analisi dei volumi
I viaggi sono diminuiti nel 2009 dell’8%. Di conseguenza, sono diminuiti allo stesso modo i noleggi (-7%) e i giorni di noleggio (-8%). La differenza, lieve, di performance tra “noleggi” e “giorni” è dovuta al fatto (già evidenziato) che, a fronte di una tenuta dei noleggi per turismo privato, sono calati molto i noleggi da replacement, che includono i “plurimensili”, con un elevato contenuto di “giorni”.
La conferma arriva anche dall’analisi della durata media dei noleggi, passata dai 6,6 giorni del 2008 ai 6,5 giorni del 2009 (meno 2%).
Solo due segmenti hanno registrato un aumento (+1%) della durata media dei noleggi, i licenziatari e gli aeroporti. Si possono avanzare due ipotesi diverse.
Per i licenziatari, è possibile che, avendo registrato un calo in volume e in valore superiore alla media del settore, il segmento dei noleggi leisure non abbia tenuto abbastanza da bilanciare le durate lunghe dei noleggi replacement, in particolare dei plurimensili.
Per gli aeroporti, il discorso è più complesso. Come si vede nell’analisi della flotta, gli operatori sono stati molto prudenti e si sono trovati a lavorare con un numero di vetture a volte insufficiente a soddisfare la domanda, nei momenti di picco. Pertanto, è probabile che le stazioni aeroportuali fossero più fornite (o meno sfornite) e, dunque, anche chi doveva prendere un’auto per una durata lunga venisse indirizzato lì.
Il Cliente
Il profilo del cliente che emerge nel 2009 non si discosta sostanzialmente da quello del 2008: maschio, italiano, 40/50enne. Possiamo solo osservare la minor presenza di europei e americani, che hanno portato il peso degli italiani dal 62 al 64%, e il calo dell’attività di noleggio per le imprese, che ha spostato il peso dei turisti leisure dal 47 al 50%.
Anche i clienti sotto i 35 anni sono diminuiti, dal 30 al 28%, ma probabilmente solo per il passare del tempo. In altre parole, mentre da un anno all’altro gli italiani non diventano americani, i 35enni diventano 36enni.
Analisi della flotta
La flotta è il principale fattore della produzione e la sua gestione è il vero know how degli operatori dell’autonoleggio a breve.
In questo, nel 2009, gli operatori hanno dato prova di grande capacità, dimostrando che il settore ha la flessibilità per passare da un modello di business caratterizzato da elevata dotazione e veloce rotazione dei veicoli, orientato alla ricerca dei volumi marginali, a un modello – quello che emerge nel 2009 – basato su una flotta essenziale e ruotata più lentamente, orientata più a una selezione della domanda.
Ovviamente, lo scenario economico e il contesto del settore hanno dato la loro spinta a tale cambiamento: a) alla fine del 2008 l’economia internazionale e gli stessi indicatori del noleggio suggerivano grande prudenza nel dotarsi di una flotta cospicua; b) nella primavera del 2009 i costruttori si sono trovati di fronte a una domanda di auto (spinta dagli incentivi) non prevista, che ha reso difficile gli approvvigionamenti dei noleggiatori, soprattutto quelli non pianificati, dettati a loro volta da una domanda meno debole delle attese. Ricordiamo che i noleggiatori sono per i costruttori “grandi” clienti, perché acquistano in quantità, ma non “buoni” clienti, visti gli sconti.
Nel 2009 la flotta media disponibile è stata dell’11% inferiore a quella del 2008, con contrazioni ancora maggiori nel segmento dei furgoni (-14%) e nel canale dei licenziatari (-17%).
Ma la contrazione della flotta media disponibile non è stata né l’unica né forse la più importante risposta degli operatori a salvaguardia della redditività, in un anno di domanda fiacca.
L’altra leva su cui hanno agito positivamente è stata la rotazione della flotta, rallentata rispetto all’anno precedente. Nel 2008 le auto venivano sostituite in media dopo 9 mesi e i furgoni dopo 16. Nel 2009 la sostituzione delle auto c’è stata dopo 11 mesi, con un incremento di permanenza del 22%, e quella dei furgoni dopo 17 mesi (+6% di permanenza).
Questo ha consentito di tenere la contrazione della flotta all’11%, ma diminuendo fortemente le immatricolazioni: meno 29% le auto e meno 31% i furgoni.
È stato un segnale forte, anche verso i costruttori, che (insieme alle minori immatricolazioni del noleggio a lungo termine – pure dettate in buona parte da un allungamento delle rotazioni) ha determinato una contrazione delle immatricolazioni “uso noleggio” del 26%.
È un calo impressionante, superato solo dal -30% delle immatricolazioni a società, soprattutto se confrontato con il mercato retail, cresciuto del 13% grazie a incentivi spropositati. In realtà, i due fenomeni sono più collegati di quanto si possa ritenere. Proprio gli incentivi alla rottamazione hanno messo fuori mercato le auto usate dei noleggiatori, in particolare quelle del breve termine, semi-nuove ma più care delle stesse auto nuove con incentivo.
La politica di contenimento dei costi della flotta non si è limitata ai volumi di acquisto. Anche in termini di valore, gli operatori hanno orientato la scelta verso modelli di valore leggermente più contenuto, abbassando il valore unitario dei veicoli acquistati del 3%. Questa operazione ha interessato le auto (-2% di valore unitario medio), ma soprattutto i furgoni, il cui valore unitario medio degli acquisti è diminuito del 16%.
Questo orientamento si evince anche dall’analisi della flotta per segmento di auto. Nel 2009 le piccole e le utilitarie (A e B) rappresentavano esattamente metà della flotta, con un incremento di ben 14 punti rispetto al 2008, quando erano il 36% del totale. Questa maggior quota è stata erosa più al solo segmento C, le auto medie, (che ha perso 8 punti, dal 34 al 26%) che a tutti gli altri (D, E ed F – meno 6 punti complessivamente).
Per quanto riguarda il fenomeno del rent-to-rent, ossia auto immatricolate da operatori del noleggio a lungo termine e noleggiate agli operatori del rent-a-car, non ci sono dati ufficiali, e dunque non si può fare altro che segnalare il fenomeno, non potendo dire se sia variato o rimasto stabile rispetto al 2008.
Utilizzo della flotta
Con una flotta inferiore dell’11% rispetto all’anno precedente, per offrire un numero di giorni di noleggio inferiore dell’8% a quello del 2008 gli operatori sono riusciti a utilizzare di più i veicoli, aumentando questo indice di 2 punti, dal 68% del 2008 al 70% del 2009, con punte di ulteriore miglioramento per i furgoni (3 punti) e i licenziatari (3 punti).
Questo risultato è già molto indicativo della grande capacità dei noleggiatori di reagire ai cambiamenti di scenario. Ma ciò che davvero è stato impressionante nel 2009 è come siano riusciti a generare un fatturato maggiore da ogni veicolo disponibile, pur essendo tale veicolo di valore inferiore all’anno precedente. Non sfugga che – a parte il minor valore dei veicoli nuovi acquistati nell’anno – i veicoli già in flotta con un’anzianità superiore del 22% hanno agli occhi dei clienti un valore percepito inferiore rispetto a veicoli più freschi.
Il fatturato per veicolo è stato nel 2009 di 9.180 euro, con un incremento del 6% rispetto al 2008, quando lo stesso indice si fermava a 8.632 euro.
In conclusione, ogni veicolo in flotta nel 2009 aveva dunque un valore unitario inferiore del 3% rispetto al 2008. Da ciascuno di questi veicoli, i noleggiatori hanno sviluppato un fatturato superiore del 6% rispetto al fatturato unitario medio del 2008. Combinando i due indicatori, il fatturato unitario e il valore unitario per veicolo, emerge che per ogni 10mila euro di valore della flotta i noleggiatori hanno generato 7400 euro di fatturato, a fronte dei 6700 euro generati nel 2008, con un incremento del 9%.
Stazioni e addetti
Di fronte al calo della domanda, gli operatori hanno contenuto anche le altre rilevanti voci di costo.
Le stazioni sono diminuite del 4%, scendendo dalle 2.752 del 2008 alle 2.652 del 2009. Ovviamente, sono state sacrificate quelle stazioni con un giro d’affari al limite dell’equilibrio, che il calo di fatturato avrebbe trasformato in zavorre nei bilanci delle aziende.
Gli addetti sono passati dai 4.912 del 2008 ai 4.519 del 2009, con una contrazione dell’8%. Anche in questo caso, gli operatori hanno preferito rinunciare agli addetti stagionali, alla costante ricerca di un equilibrio che garantisca la redditività e la salute delle imprese.
Sono interventi che purtroppo si rendono necessari nei momenti di forte calo del mercato, per assicurare che le imprese possano proseguire l’attività, garantendo la tenuta del sistema e dell’occupazione complessiva.
Analisi dei furti
Il 2009 è stato un anno particolarmente negativo per gli operatori anche sul fronte dei furti. In numero assoluto, sono aumentati del 4%. Ma se consideriamo che nel 2009 la flotta è stata inferiore a quella del 2008 ed è stata esposta ai furti per un numero minore di giorni, dobbiamo concludere che rispetto all’anno precedente l’incidenza dei furti è aumentata del 14%. Fortunatamente, il valore di questi furti è stato minore del 10% rispetto al 2008, principalmente grazie al fatto che le auto rubate erano di categoria inferiore, ma forse anche perché una parte di questi furti ha avuto per oggetto auto rent-to-rent, intestate non a operatori del rent-a-car ma a noleggiatori a lungo termine.
Il fenomeno delle appropriazioni indebite mostra nel 2009 un andamento completamente opposto: sono diminuite in numero assoluto del 33%, anche se questo indice va poi ridimensionato al 28%, tenendo in considerazione il minor numero di noleggi (-7%) realizzati nel 2009 rispetto al 2008.
Confronto aeroporti/downtown
Negli aeroporti i volumi e il giro d’affari sono diminuiti (-5% e -4%) meno che nelle stazioni di città (-11% e -7%), grazie al segmento leisure che si concentra di più negli aeroporti. Le stazioni di città hanno invece una concentrazione maggiore di replacement, il cui calo ha determinato in questo canale una diminuzione delle durate (-4%) e un aumento del prezzo medio (+4%). Il prezzo medio è leggermente aumentato anche negli aeroporti (+1%), nonostante un pari allungamento della durata media. È questo il segno di un’offerta più selettiva: gli operatori hanno potuto/dovuto scegliere a quale cliente dare il veicolo, e hanno scelto quello che pagava di più.
Da sottolineare che i due canali si ripartiscono quasi equamente l’attività (con lievi oscillazioni negli anni e tra i diversi indici), mentre in termini di punti vendita il rapporto è circa di 9 a 1 a favore delle stazioni di città. In media, ci vogliono 9 stazioni downtown per eguagliare il volume d’affari di un aeroporto.
Confronto vetture/furgoni
Il rapporto tra vetture e furgoni in termini di giro d’affari è circa di 15 a 1. Pertanto, ciò che accade nel segmento vetture determina la performance dell’intero settore, senza che i furgoni possano realmente cambiare il risultato complessivo.
Tuttavia, in un anno critico come il 2009 si possono osservare differenze significative.
Le vetture mostrano un incremento del prezzo medio, a causa della contrazione della durata media (ma anche a fronte di un valore delle auto inferiore a quello del 2008).
Anche i furgoni mostrano una diminuzione della durata media, ma insieme a una contrazione ancora maggiore del prezzo. Segno che il mercato del noleggio furgoni è stato molto più competitivo di quello delle vetture.
Analisi delle serie storiche
L’anno della crisi più dura e diffusa da decenni non ha mutato il segno positivo degli indicatori del noleggio nel lungo periodo (CAGR).
Il noleggio a breve termine è un settore in crescita e in salute, con tutti gli indici in equilibrio. In 7 anni ha incrementato il suo giro d’affari di circa il 50%, grazie a un incremento ben distribuito dei giorni di noleggio e del numero di noleggi. In questi anni ha sviluppato molte efficienze, utilizzando molto di più la flotta.
La pressione sui prezzi è stata costante, pur in presenza di una marcata diminuzione delle durate e di fattori della produzione soggetti a una strisciante inflazione.
Gli operatori hanno scelto di cavalcare la crescita, aumentando i punti vendita di quasi una volta e mezzo e gli addetti di un terzo circa, ma nell’anno di crisi hanno anche dimostrato flessibilità e rapidità nell’adattarsi al mercato.