Si colpisce l’unica leva di un mercato sempre in crisi
Nei primi nove mesi le flotte hanno acquistato il 14% di auto in meno rispetto all’anno precedente. Male, certo, ma meno dei privati, che sono al -24%. Le difficoltà ci sono per tutti, ma sicuramente la componente emotiva, il sentimento, frena i cittadini più delle imprese.
Dentro le flotte, le società mostrano un calo (-18%) piú accentuato del noleggio, che rallenta del 9%, trascinato in basso dal rent-a-car.
I dati relativi ai due segmenti del noleggio, a breve e a lungo termine, si fermano a luglio. A quella data, l’autonoleggio a breve aveva acquistato il 23% in meno dello stesso periodo del 2011, proprio in previsione di una domanda fiacca, indebolita soprattutto nella sua componente leisure (turismo nel tempo libero) e domestica (i turisti stranieri non sono mancati, anzi, hanno in parte bilanciato una stagione che poteva andare anche peggio).
All’opposto, il noleggio a lungo termine é riuscito a segnare ancora un segno piú (1%, non è tanto, quasi niente, ma di questi tempi sembra una medaglia d’oro).
Non è lecito attendersi che il mercato del NLT resti in positivo fino alla fine dell’anno, visto che è stato quasi azzerato il surplus registrato nei primi mesi: ci sarebbe solo un ritardo in questo settore nel recepire le difficoltà congiunturali. Per completare un orizzonte non positivo, registriamo pure che sta entrando in vigore l’ennesima stretta fiscale sulla deducibilità del costo della company car per le imprese (di cui diamo ampio dettaglio in questo Rapporto).
Tuttavia, un’analisi sul medio-lungo periodo, presentata recentemente a Torino dal Centro Studi Fleet&Mobility, mostra come il noleggio sia molto meno sensibile al ciclo economico dei privati e delle società. Infatti, tra il 2007 e il 2011 questi due segmenti insieme hanno perso un terzo del valore, passando da 39,1 miliardi spesi per l’acquisto di auto nuove a 26,5. Nello stesso periodo, il noleggio è passato da 5,8 a 5,2 miliardi (solo un -10%).
Una delle ragioni della minore ciclicità del noleggio, rispetto all’acquisto, sta nel fatto che non sostituire l’auto alla scadenza non comporta un enorme risparmio, visto che anche sulla vecchia bisogna continuare a pagare il canone.
Tornando all’attualità, è interessante analizzare le variazioni delle marche e degli operatori del noleggio a lungo termine. Il leader Fiat è in affanno e cede il 10% dei volumi, fermandosi a luglio a 23.500 auto immatricolate, contro le 26.200 dello stesso periodo dell’anno precedente. A preferire altri brand a Fiat sono stati soprattutto i clienti di ALD (-54%) e Arval (-30%). Ma grazie a Lancia (5.900 vetture, +74%) il costruttore nazionale riesce a recuperare quasi tutti i volumi ceduti da Fiat (Alfa Romeo è stabile). Anche Ford ha fatto bene nei primi nove mesi, con una crescita di circa 1.800 immatricolazioni, spinte soprattutto da Arval (+65%) e da Leaseplan (+80%), che la posizionano al 3° posto insieme a BMW. La Casa di Monaco ha fatto un balzo del 42% rispetto al 2011, immatricolando in nove mesi 7.500 auto, aiutata soprattutto dalla sua captive, Alphabet, che ha incrementato dell’86% gli acquisti BMW per i suoi clienti. Anche Mercedes registra un aumento, +35%, grazie a offerte molto allettanti sulla nuova Classe A, a cui hanno creduto soprattutto i clienti di Arval, che ha raddoppiato gli acquisti presso la Casa di Stoccarda. I costruttori francesi hanno venduto ai noleggiatori a lungo termine meno dell’anno scorso (Renault -23% e PSA -8%).
Ma nel rent-a-car, che nei sette mesi ha comprato il 23% in meno di auto, proprio i francesi risultano invece gli unici tra i grandi ad essere cresciuti (+11 e +8% rispettivamente). Segno di una politica commerciale particolarmente aggressiva, che ha avuto ragione dei concorrenti (Opel -55%, Ford -25%, VW -23% e Gruppo Fiat -35%), almeno in termini di volumi.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore il 23 ottobre 2012 a firma di Pier Luigi del Viscovo