Strategie sempre più complesse per un mercato sempre in calo

 In Bollettino, Dealer

Fa freddo al Motor Show e parlare di 2013 non riscalda affatto. Federauto prevede un mercato di 1.330.000 unità(-5%). Così le Case guardano alle flotte e al noleggio a lungo termine, visto che dal rent-a-car non sono attesi volumi incrementali finché il turismo domestico (sia per piacere o sia per affari) non riprenderà. In aggiunta, per il 2013 le case stanno ricevendo dagli operatori una maggior richiesta di buy-back, per limitare il rischio dell’usato, in flessione del 9%, anche se “bisogna però sottolineare che l’usato ha perso molto meno del nuovo”, ricorda Franco Oltolini (LeasePlan).

Per le flotte Fabio Leggeri (Volkswagen) prevede “una domanda flotte simile al 2012, trainata dal mercato del noleggio a lungo termine ma strozzata, in senso generale, dalla politica fiscale che sempre più penalizza il mercato dell’auto e in particolare le vetture aziendali.” Più cauto Halarewicz Wojciech (numero uno di Mazda Italia), che a causa delle politiche fiscali paventa “un rischio potenziale di leggero calo”, mitigato però dalle “logiche degli acquisti aziendali che non seguono di certo le logiche di acquisto del privato.” Insomma, la politica fiscale ce la sta mettendo tutta per scoraggiare questo segmento del mercato auto, come conferma Andrea Solari (Arval), che prevede “il noleggio a lungo termine anch’esso in flessione rispetto al passato”. Tuttavia Claudio Manetti, alla guida di Leasys/Sava, vede delle opportunità: “Ci attendiamo un 2013 in linea col 2012, anche se siamo convinti che la domanda di noleggio a lungo termine potrebbe crescere fino a 5 punti, quanto meno in termini di peso relativo rispetto ai privati. Sappiamo tutti che esiste l’incognita di quel “fiscal cliff”, tutto nostrano, che interessa il mondo automobilistico e quello del noleggio in particolare: consideriamo, però, per contro che stiamo registrando effervescenza sul fronte delle grandi flotte ed anche un interesse del tutto nuovo nel comparto dei privati senza partita IVA.” Sui piccoli clienti con partita IVA punta Andrea Badolati (A.D. di ALD Automotive), che si aspetta “nel 2013 un mercato difficile come il 2012 e un contesto liquido su cui è difficile far presa, se non con formule alternative e innovative come Car2Car, una soluzione così modulare che si adatta alle esigenze più diverse del cliente, che cambiano nel tempo.” Anche Leggeri, che intende “mantenere la posizione di primo importatore in Italia anche sul mercato flotte”, mira alle small fleet per la nuova Golf 7, attraverso “una rete di Concessionari Volkswagen specializzati sulle flotte, con un’adeguata preparazione e precisi standard organizzativi”. Ancora più esplicito e aggressivo Wojciech: “Sta arrivando il momento Mazda. Siamo infatti entrati in un ciclo di vita dei nostri prodotti estremamente favorevole, ma non avrebbe alcun senso conquistare quote di mercato se questo non si traducesse in profitti per noi e per la rete.

Profitti e attenzione ai costi. Un mantra per tutti, ci ricorda Solari che in Arval intende “mantenere alti i livelli di efficienza dei processi e delle organizzazioni per rimanere competitivi”. Manetti ipotizza addirittura un’inversione di tendenza verso l’in-sourcing: “Sul risultato occorre operare su più fronti, ma principalmente sui costi diretti: ci stiamo dotando a questo proposito di una struttura di Procurement & Supply Chain adeguata e dei necessari strumenti. In più, forse ci riporteremo a casa qualche attività oggi affidata ad operatori esterni, ma sempre in un’ottica di ottimizzazione dei processi azienda-cliente.

A conferma della cautela espressa dagli operatori, le stime del Centro Studi Fleet&Mobility prevedono una flessione intorno al 10%, che porterebbe a circa 130.000 immatricolazioni di vetture. La stima si basa sulle basse immatricolazioni nel biennio 2009/2010 che porteranno meno contratti da rinnovare. In più, la flotta gestita stagna intorno alle 400.000 auto e dunque invecchia (anche per le durate più lunghe), aumentando il costo medio e imponendo maggior focus sui margini e meno disponibilità a svenarsi per rinnovare o conquistare nuovi clienti.

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore il 12 dicembre 2012 a firma di Pier Luigi del Viscovo

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