TRANSPORT&ENVIRONMENT: DAL 2035 LE AUTO ELETTRICHE AL 100% DELLE VENDITE. COME? BASTA VIETARE LA VENDITA DELLE ALTRE.

 In Bollettino, Nuovo

Secondo la Ong attiva nell’ambientalismo e nella mobilità sostenibile, in Europa, entro il 2027 i prezzi delle battery electric vehicle saranno analoghi a quelli delle auto termiche, mentre tra 14 anni le Bev saranno la totalità. Ma solo se i governi Ue vieteranno le ibride e le termiche

 

Le auto elettriche saranno più economiche da produrre in Europa a far data dal 2027 e per il 2035 potrebbero arrivare al 100% delle vendite, sempre in Europa. È quanto riporta Transport&Environment (T&E), ONG per la mobilità sostenibile, sulla base di uno studio che essa stessa ha commissionato a Bloomberg.

Il prezzo eccessivo, per non dire fuori mercato, è ritenuto da tanti l’ostacolo principale all’adozione dell’auto full electric (BEV) da parte degli automobilisti. In verità non è proprio così. Una recente indagine di AgitaLab, un think tank, ha fatto emergere che, secondo gli addetti ai lavori, il prezzo è sì determinante per il 33%, ma ancor più lo sono la disponibilità di un posto auto dove avere la colonnina di ricarica (70%) e una quotidianità fatta di spostamenti compresi entro un range di 50/70 chilometri (45%). Però almeno il prezzo non dovrebbe essere più un problema, secondo Julia Poliscanova di T&E: “I veicoli elettrici saranno una realtà per tutti i nuovi acquirenti entro sei anni. Saranno più economici dei motori a combustione.” Pertanto, i clienti sono avvisati: ancora qualche anno di pazienza e poi potranno valutare l’acquisto di un veicolo elettrico senza dover pagare di più. Sono stati oltre un secolo con i motori termici, potranno certamente tirare altri sei anni.

L’altra previsione, non necessariamente collegata a questa riduzione del prezzo, riguarda le vendite di auto elettriche, che non marciano come tanti si aspettavano, ormai sorpassate non solo dalle ibride ma pure dalle plug-in (spina+serbatoio, cioè zero pensieri e fastidi). Lo studio sostiene, con le parole della Poliscanova, che: “con le giuste politiche, auto e furgoni elettrici a batteria possono raggiungere il 100% delle vendite entro il 2035 nell’Europa occidentale, meridionale e persino orientale.” A prima vista potrebbe apparire una previsione irrealistica, sganciata dalla realtà. In verità, T&E ha trovato un modo semplice per raggiungere l’obiettivo del 100% delle vendite: ha chiesto all’UE di inasprire gli obiettivi di emissioni negli anni 2020 e di fissare il 2035 come data di fine per la vendita di nuovi veicoli inquinanti. È probabile che siano nel giusto nel senso che, se non vengono bloccate le vendite di auto termiche, quelle delle elettriche potrebbero non arrivare mai a quote importanti. Anche perché i costruttori, che pure si stanno sgolando per convincere i clienti a salire su un’auto a batteria, non puntano assolutamente al 100%, ma solo a una percentuale sufficiente a evitare le multe. Un paio d’anni fa Alix Partners, società di consulenza, aveva stimato necessario il 4% delle vendite.

Senza scomodare concetti quali economia di mercato e democrazia liberale, resta da vedere quanto l’UE e soprattutto gli Stati membri ritengano percorribili queste “giuste politiche”. Per adesso, e forse ci può essere questo alla base della ricerca di T&E, l’UE ha appena fatto un passo indietro, alzando il limite di emissioni di ossidi di azoto (Nox) per i motori Euro7 da 10 a 30 mg/km, rendendo semplicemente possibile ciò che altrimenti sarebbe stato impossibile produrre. Anche perché queste restrizioni eccessive, oltre a distruggere la competitività dell’industria e con essa centinaia di migliaia di posti di lavoro, produrrebbero nel mercato il cosiddetto “effetto Cuba”: la conservazione sine die delle auto già in circolazione, rallentando il ricambio. Gli addetti ai lavori hanno già osservato dei segnali in questo senso provenienti dalle vendite di usato, che hanno per oggetto vetture sempre più anziane.

Il dibattito, va ricordato, si incastra nelle politiche sacrosante di riduzione delle emissioni di CO2, che l’UE sta già riducendo dall’inizio del secolo, a differenza di Cina e India che hanno triplicato le loro. Circa l’un percento delle emissioni antropiche sono riconducibili alle auto circolanti in Europa. No, pare che non passi da loro la soluzione del riscaldamento globale.

 

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore l’11 maggio 2021 a firma di Pier Luigi del Viscovo

Recent Posts

Start typing and press Enter to search