
Un passato fastoso, ma ciò che conta è solo il futuro
Buon anno il 2015 per le due ruote. Un segno positivo (+6,4%, dunque anche di sostanza, non solo estetico) non si vedeva dal lontano 2007. Lontano non nel tempo, visto che parliamo di nemmeno dieci anni, ma perché era un altro mondo. Erano i primi anni del secolo e sembrava che ormai girassero tanti soldi veri nelle due ruote. La grande abbuffata dei ciclomotori 50cc di fine anni ‘90 si era sì sgonfiata, ma pure in parte trasformata nella domanda vivace – e più redditizia – di scooter targati: se ne vendevano circa 270.000 ogni anno. Gli Italiani avevano scoperto che la mobilità urbana poteva funzionare su due ruote, ma con un po’ di potenza e velocità in più rispetto al ciclomotore, che iniziava una lenta ma inesorabile discesa. Anche le moto viaggiavano intorno a 130.000 unità, con punte ben oltre le 150.000 in certi anni. Ma dietro l’angolo del 2009 c’era il grande freddo: un crollo del 22% nel 2010, che sarebbe poi continuato fino al 2013 (-27%). Nel 2007 gli Italiani avevano acquistato 566.655 motocicli. Nel 2014 eravamo arrivati a 182.773: due terzi in meno! Ai ritmi di oggi, ci vogliono quasi tre anni per vendere quello che prima andava via in 12 mesi.
La crisi finanziaria certamente ha colpito duro e adesso gli effetti di una lieve ripresa si stanno vedendo. Ma occorre capire se non ci sia stato anche un cambio profondo delle abitudini di acquisto e nei bisogni dei clienti. È indispensabile per pianificare le attività dei prossimi anni.