Uomini che odiano le macchine

 In Bollettino, Dealer

No, chi guida una Volvo non odia le macchine. Forse non le ama, ma le apprezza e da loro si fa accudire, accogliere, ospitare e proteggere, in tutte le condizioni di viaggio, anche le più difficili e impegnative: quelle con i bambini, per intenderci.

Insomma, certamente non le odia. Non gli dedica un sentimento così forte, intenso, umano. Già, umano. Chi guida una Volvo ha ben chiara la linea di demarcazione: le donne e gli uomini sono una cosa, le macchine un’altra. Non è che le macchine non gli interessino o non gli piacciano, ma le persone sono ben altro. Le macchine ti servono, le persone sono la vita vera. Una Volvo non te la godi da solo, perché da solo sei solo, c’è poco da godere. Una Volvo è l’ideale per stare con un’altra persona. Per vivere un momento di vita umana, relazionale: uomini e donne con uomini e donne. La macchina ti porta, vi porta, insieme, mentre ve la spassate, insieme.

Chi guida una Volvo ha una così alta concezione di sé da non immaginare nemmeno di mischiare i sentimenti con gli oggetti. In un certo senso, è un po’ snob. Si ritiene superiore, eticamente e civicamente superiore. Nel traffico tende a rispettare gli altri, non parcheggia nei posti riservati ai portatori di handicap, va più piano quando ha bimbi a bordo. Beh, mica solo chi guida una Volvo? Sì, ma a loro piace pensare che siano i soli. Soli o in compagnia, non è questo il punto. Il punto è che ogni macchina viene scelta anche per quello che rappresenta. La grande qualità riconosciuta alle tedesche, quando associata alla sportività, quando al comfort e al prestigio. Attributi importanti delle auto, che le posizionano a un prezzo esclusivo, che non tutti possono permettersi di pagare. Distinguersi per censo. Oggi più che mai sembra appagante. Per molti, tra i pochi che possono. Per molti, ma non per tutti. Un po’ volgare? In effetti. Come negarlo?

E allora? Allora scegli una Volvo. Non per UNA sua qualità, bensì per LE sue qualità. Tra queste sai che c’è il più avanzato livello di protezione e sicurezza possibile, ma quasi non ci pensi, lo dai per scontato. Volvo è “for life”. La tua Volvo è “for your life”. Sai anche che durerà nel tempo, grazie alla prima scelta dei suoi materiali. Eccome, se lo sai! Ma scegliere un’auto è sempre anche una fatto di emozioni, un po’ “friccicarella”. Quando scegli una Volvo l’emozione la trovi in te stesso, nel pensiero che tu, proprio tu, sarai alla guida di una Volvo. Perché lo sai (e sai che anche gli altri lo sanno – non tutti, magari, ma quelli che ti interessano sì). Sai che guidare una Volvo non significa avere qualcosa di più, quanto piuttosto essere in certo modo diversi. Distinguersi non per censo, ma per qualità umana.

Molte auto sono diventate delle icone. Tra queste, senz’altro la Volvo station wagon, da un certo punto in poi detta Polar. All’inizio era la 245, non era un’icona, ma piaceva a persone speciali, che volevano lo spazio per muoversi in tanti, stando insieme. Poi quella SW si rinnovò e divenne la 940 SW. Ma quella gente speciale continuava a volere la 245, che nel frattempo era diventata sì un’icona. Un’icona di nome Polar, che continuava a vendere. Passarono gli anni, la 940 lasciò il posto alla 850 SW. E anche la 245 Polar fece un passo in avanti, prendendo le forme della 940, ma chiamandosi sempre Polar. Poi anche la 850 SW si rinnovò, divenendo la V70. Un successo senza precedenti, forse il culmine del periodo delle station wagon. Eppure c’erano sempre quelli lì, quelli un po’ diversi, che chiedevano il modello di prima, la 850 SW, che assunse il nome di Polar a sua volta. Insomma, usciva la macchina nuova, ma c’erano alcuni clienti che volevano la vecchia. Che gente! Di fronte al nuovo, alle forme più attuali, preferiscono il classico. Evidentemente quelle forme classiche, a cui si sono abituati, non gli dispiacciono. Non sempre tutto quello che abbiamo va sostituito. Come dicono gli americani, if it’s not broken, don’t fix it. Magari sono convinti che quello che hanno va bene. Sono così snob che forse ritengono che conservando la macchina di ciò che sono stati, essi stessi continuano ad essere. Si piacciono così tanto che non vogliono cambiare.

Le macchine non le odiano. Ma loro si amano.

Articolo pubblicato su Car Fleet di Giugno 2011, Speciale Volvo (supplemento al numero di Aprile 2011) a firma di Pier Luigi del Viscovo

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