Usato. La rotazione è più veloce
Il mercato delle auto usate – al lordo delle minivolture, ossia i trasferimenti a commercianti che poi rivendono il prodotto – si avvia a chiudere un 2011 appena sopra il livello del 2010. A novembre il cumulato è a quota 4 milioni e 184mila trasferimenti, 53.000 in più del 2010, pari all’1%. Per annullare questo vantaggio dicembre dovrebbe avere una flessione a due digit, che non sembra ipotizzabile alla luce delle statistiche attuali.
Sul versante del valore, pur in assenza di statistiche puntuali, dalla voce degli operatori emerge che il mercato sta pagando prezzi più elevati. Secondo Franco Oltolini, direttore generale di CarNext, società del gruppo Leaseplan specializzata nella vendita dell’usato ex-noleggio, “in questo 2011 ci siamo confrontati con una domanda che tira, disposta a pagare circa 700/800 euro in più, a parità di modello, rispetto all’anno scorso”.
Che il mercato stia girando meglio che in passato emerge anche dai dati dei concessionari.
Lo stock medio nel 2011 è di 69 unità, in linea con il 2010, ma molto al di sotto dei valori passati. Due anni fa stava a 91 unità, mentre prima era attestato ben sopra i 130 veicoli, con una punta di 178 nel 2007, un anno particolare in cui le immatricolazioni di auto nuove hanno toccato il record storico di 2,5 milioni, generando un’enorme quantità di prodotto usato attraverso le permute.
Anche i tempi di rotazione del prodotto presso i concessionari sono molto più veloci: 77 giorni in media nel 2011, rispetto agli 85 dell’anno precedente, mentre prima si viaggiava ben oltre i 90 giorni.
Le cause di questo stato di salute del mercato dell’usato sono varie. Prima di ogni altro fattore, va detto che immatricolando meno auto il mercato dell’usato riceve meno prodotto dalle permute. Poi bisogna considerare che in un momento di crisi del nuovo, concentrata soprattutto nel segmento dei giovani, una parte della domanda del nuovo si orienta sull’usato. A fronte di una domanda superiore all’offerta, gli operatori riescono a coniugare un prezzo più alto con una rotazione più veloce degli stock. In altre parole, aumenta non solo il margine sull’usato ma anche il rapporto tra le vendite e il valore dello stock, migliorando la redditività del magazzino (il GMROI).
L’anomalia – che però conferma la dinamica – si è avuta nel 2009 (e primi mesi 2010), quando le vendite del nuovo, spinte dagli incentivi, rottamavano l’usato, sottraendolo al suo mercato, e rendendo nel contempo il nuovo particolarmente allettante, mettendo di fatto “fuori gioco” l’usato: i prezzi crollarono e i tempi di rotazione restarono sui livelli degli anni precedenti, nonostante un calo delle giacenze di circa un terzo da un anno all’altro.
L’usato ex-noleggio, contrariamente al mercato totale, mostra nei primi 11 mesi una flessione del 16% rispetto al 2010, sia nel rent-a-car (RAC, 80mila unità vendute, -15% rispetto all’anno precedente) e sia nel noleggio a lungo termine (NLT, 84mila unità, -17%).
Nel RAC, che vende il 93% dell’usato a intermediari/commercianti, oltre un terzo dei volumi provengono da Europcar, mentre le altre 3 major (Hertz, Avis e Maggiore) contribuiscono per il 50% delle vendite.
Nel NLT, il cui usato va a commercianti per l’85%, Leasys e Arval contribuiscono in egual misura per oltre il 40% ai volumi totali di offerta, che arrivano ai due terzi del totale includendo ALD Automotive e LeasePlan.
Questa minore offerta di auto semi-nuove (RAC) e di 3/4 anni (NLT) sta consentendo ai noleggiatori di guadagnare dall’usato, cosa che non accadeva da molti, molti anni.
Articolo pubblicato su La Repubblica del 12 dicembre 2011 a firma di Pier Luigi del Viscovo