
VENDERE PIÙ AUTO SI PUÒ: BASTA PRODURLE
Il mercato auto andrebbe aiutato perché in profonda crisi, come riportano anche autorevoli commentatori? Vediamo.
È vero, nel 2021 si sono immatricolate meno di 1,5 milioni di auto. Poco in assoluto e pochissimo dopo che il Covid l’aveva fatte crollare a 1,4 milioni. A seguito della compressione dei consumi forzata dalla pandemia, tutti i comparti dell’economia hanno espresso un rimbalzo. L’auto no. Perché le fabbriche hanno gestito male la catena di fornitura dei microchip e si sono ritrovate nell’impossibilità di soddisfare una domanda ben superiore, come dimostra un portafoglio ordini di fine anno mai visto.
Questa congiuntura ha ribaltato gli equilibri tra domanda e offerta. Dalla pressione sui prezzi e sugli sconti per sfornare quante più macchine possibile, i costruttori si sono ritrovati la fila fuori di chi voleva acquistare auto che non c’erano. Come succede nell’economia di mercato, i prezzi sono schizzati e con essi i margini. Le vendite in valore sono cresciute da 31 a 36 miliardi di euro, più uno messo dal Governo. L’evaporazione degli stock ha alleggerito in pochi mesi i bilanci. I bonus legati ai risultati sono volati, senza alcuna nostalgia per i tempi andati.
Cosa aspettarci nel 2022? Si prevedono 1,5 milioni di targhe. Premesso che chi ha in mente un mercato da 1,9/2 milioni sta guardando un film in bianco e nero, una domanda intorno a 1,7 pare fisiologica, specie in tempi di soldi a debito da PNRR. Già 100mila auto le chiede il rent-a-car, ma non sembra che le avrà, viste le condizioni di fornitura troppo onerose: le pagano poco. Altre 100mila sono senz’altro nella domanda dei clienti, forse di più se si consegna il portafoglio. Allora, perché continuare a produrre col contagocce? Caduta la foglia di fico dei microchip, resta la verità, più o meno gradevole: non possono produrre ciò che si vende, ma solo ciò che mantiene il mix della CO2 sotto la soglia delle multe. Target che non si raggiunge con le elettriche, troppo poche, né con le ibride, che sono un falso elettrico. Ci vogliono le ibride plug-in, che però non sono alla portata di tutti, per dimensioni e per prezzo. Ecco perché tanta delusione dalla mancata conferma degli incentivi che, abbassando il prezzo delle plug-in, avrebbero sbloccato la possibilità di vendere anche più auto sopra soglia CO2.
Che il Governo si sia dimenticato dell’auto? Forse, o forse è un ennesimo segnale, non diretto né esplicito, che lascia il mercato libero di esprimere le sue pulsioni, facendo emergere l’insipienza di una politica europea che non aderisce alla realtà dei suoi cittadini. Voluto o capitato che sia, l’industria potrebbe cogliere l’assist e pretendere la revisione delle forzature ideologiche. Con la forza dei suoi 3,2 milioni di addetti.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore il 22 gennaio 2022 a firma di Pier Luigi del Viscovo